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Seed

2007
Titolo Originale:
Seed
REGIA:
Uwe Boll
CAST:
Michael Paré (Detective Matt Bishop)
Will Sanderson (Max Seed)
Ralf Moeller (Warden Arnold Calgrove)

Il nostro giudizio

Seed è un film del 2007, diretto da Uwe Boll

Parte bene Seed, del regista “cult” tedesco Uwe Boll, con dei momenti genuinamente disturbanti in cui il serial killer Max Seed guarda estatico un terribile documentario riguardante una mattanza canina (materiale per altro messo a disposizione, con intenti evidentemente – e giustificatamente – terroristici, da parte del PETA), e con la “task-force” della polizia sulle sue tracce, intenta a studiare le videocassette in cui ha registrato i suoi atroci delitti (realizzate da un altro nome di punta dell’horror indipendente teutonico: Olaf IttenbachThe Burning Moon, 1992). Una volta esauriti i fattori esterni e rimasto solo alla guida della sua produzione, però, Boll lascia che tutto si sgonfi, ammosciandosi in una serie di banalità per lo più prive di qualunque credibilità. Seed viene in qualche modo arrestato, la sua esecuzione sulla sedia elettrica si rivela fallimentare, viene quindi sepolto vivo; ma egli risorge e corre a vendicarsi contro chi – per motivi assolutamente opportunistici – lo ha condannato a una fine non molto più orribile di quella che lui – affascinato studioso della morte e della dissoluzione del corpo –ha riservato alle sue vittime.

In ogni caso, ultima vittima sarà il detective, a cui il folle ha rapito moglie e figlioletta per attirarlo a sé in una diabolica resa dei conti. Molti dialoghi inutili e tanto girare a vuoto avvolgono qualche violenta uccisione che trascina il tutto verso un finale discretamente concepito per quanto non del tutto a sorpresa. Boll sembra più interessato a fare del duello tra Seed e il detective Bishop la base portante di questa sua fatica, piuttosto che a tutto il resto (compreso dare ritmo e cercare di creare un po’ di tensione – elemento, quest’ultimo, che, dopo la prima parte, latita gravemente); e, ciononostante, fallisce anche in questo suo obiettivo, per difetto di una trama – e Boll è autore stesso della sceneggiatura – scombiccherata e incapace di dare il minimo spessore psicologico almeno ai suoi due protagonisti.

A lungo andare la vicenda di Seed si fa poco interessante, e quindi soporifera, punteggiata da qualche sussulto sanguinolento dovuto al buon lavoro degli effettisti (guidati da Nicholas PodbreyFido, 2006 di Andrew Currie; Star Trek: Beyond, 2016 di Justin Lin); e la recitazione un po’ sballata di Michael Paré di certo poco aiuta. Dal canto suo, William Sanderson (spesso attivo con il regista tedesco) si rivela una buona figura da pseudo-Jason, per quanto rimanga limitato da un interesse saltuario sulla carta della costruzione del suo personaggio. Il resto del cast fa quello che può con una collezione di tipi piatti, scombussolati e derivativi che gremiscono lo “script” come una collezione di statue di Madame Tussauds, senza averne né la bellezza né la profondità. Piuttosto imprevedibilmente, da tanta modestia germinerà un sequel di gran lunga più interessante diretto da Marcel Walz.