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Porno & Libertà (Porn to Be Free)

2016
Titolo Originale:
Porno & Libertà (Porn to Be Free)
REGIA:
Carmine Amoroso
CAST:
Gianni Schicchi
Judith Malina
Lasse Braun

Il nostro giudizio

Porno & Libertà (Porn to Be Free) è un film del 2016, di Carmine Amoroso

Ne avevamo già parlato su questo sito, quando si era in fase di crowdfunding. Ora, però, Porno & Libertà (Porn to Be Free), il docufilm di Carmine Amoroso che avevamo avuto la fortuna di visionare in anteprima, si è mostrato totalmente al Biografilm Festival di Bologna (proiezione il 10 giugno a mezzanotte, quando le cenerentole erano già a nanna). Nessuno meglio dello stesso regista può relazionarci sul contesto socio-culturale in cui si pone il film: «In un Paese prigioniero dell’ipocrisia sul sesso, un gruppo di ribelli, attraverso l’arma della pornografia e sulla spinta dei movimenti giovanili di quegli anni, inizia una battaglia contro la censura e il comune senso del pudore, per sfondare le barriere del perbenismo borghese e sconfiggere sensi di colpa e tabù che soffocavano il sesso e l’amore». Niente, dunque, farlocche inchieste tv sul porno, con attricette mezze nude in perenne lotta con i congiuntivi, strizzatine d’occhio, totale mancanza di profondità di campo e commenti di pseudo esperti che – come il povero Bertoncelli dell’Avvelenata di Guccini – sparano cazzate. In Porn to Be Free troverete solo esclusivissime interviste (come diceva Biagi, un’intervista non è solo fare domande e ricevere risposte…) con i più accreditati addetti ai lavori: da Lasse Braun, uno degli indiscussi pionieri dell’hard a Riccardo Schicchi, l’uomo che riuscì cambiare le teste di molti italiani e a portare Cicciolina in Parlamento.

Ma ecco palesarsi anche intellettuali libertari come Judith Malina del Living Theatre, Vincenzo Sparagna di Frigidaire, il fumettista Andrea Pazienza, la regista (un tempo hard) Giuliana Gamba. E ancora Helena Velena, Mario Mieli, Lidia Ravera, Marco Pannella. Splendide e piene di affettuosa empatia le immagini del meeting milanese targato 1976 al Parco Lambro…  Insomma l’avvento del porno non solo come evento masturbatorio di massa, ma come «arma di cambiamento e di lotta sociale e politica». Per certi versi il corrispettivo italiano di quanto accade negli Usa con la cultura west-coast dei Mitchell Brothers, tanto per fare l’esempio più noto. Terza opera cinematografica di Amoroso (dopo Come mi vuoi, ’96, e Cover Boy, 2006), già sceneggiatore dell’autobiografico Parenti serpenti (’92), prima a teatro e poi al cinema per la regia di Mario Monicelli, Porno & Libertà (Porn to Be Free) diviene una sorta di manifesto della (tentata) liberalizzazione sessuale in Italia che inseguiva, allora, anche filosoficamente, la strada tracciata dai filosofi del libero amore. Peccato che quella rivoluzione sia miseramente fallita e oggi ci si trovi annaspanti in un bagno appiccicoso e mellifluo di televisivo e pubblicitario sesso ipocrita sub-vissuto e iper-mostrato, di un immaginario sessuale auto-gestito molto in rete e poco nelle camere da letto, di una mid-cult predominante, presuntuosa e fanfarona.

Quanto mai attuale, dunque, la teoria di Marcuse sulla desublimazione e la tolleranza repressiva laddove la concessione di libertà apparenti non lede in realtà gli interessi dominanti, anzi, li rafforza. E anche per questo Porno & Libertà (Porn to Be Free) di Amoroso assume una rilevanza storica e filologica, rammentandoci come le rivoluzioni (riuscite o meno) siano sempre state guidate da pochi coraggiosi anticonformisti e come gli anni 70 rimarranno per sempre un punto di riferimento per chi, ancora oggi, fra mille difficoltà, riesce a credere nei valori libertari. Il film di Amoroso è denso, almeno per me, di “nostalghia”, per citare Tarkovskij, e, se mi si consente una battuttaccia nocturniana si pone quasi – il regista mi perdoni l’ossimoro – come un colto lacrima-movie.