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Person of Interest – Stagione 1

2011
Titolo Originale:
Person of interest
CAST:
Jim Caviezel (John Reese)
Michael Emerson (Harold Finch)
Taraji P. Henson (Joss Carter)

Il nostro giudizio

Person of Interest – Stagione 1 è una serie tv del 2011, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2012, ideata da Jonathan Nolan. 

Di J.J. Abrams non ci fidiamo più tanto. Qualcuno è ancora scottato dal finale di Lost; quasi tutti hanno detestato la sua ultima fatica seriale, Undercovers, cancellata dopo una sola stagione. Ora la Cbs propone Person of Interest, che porta la firma di “Mr Lost” e, accanto, quella di Jonathan Nolan, fratello del più noto Christopher e sceneggiatore di Memento e dei reboot di Batman. La coppia di protagonisti è interpretata da Jim Caviezel (Gesù nel gibsoniano The Passion) e da Michael Emerson, quel Benjamin Linus che, dalla seconda stagione di Lost in poi, ha incarnato l’inquietante ambiguità di verità mai svelate.

E se in Lost un disastro aereo si faceva sineddoche di un mondo naufragato nell’incertezza post 9/11, l’attacco terroristico alle Torri Gemelle fornisce il punto di partenza e d’appoggio per le trame di Person of Interest. Michael Emerson è Harold Finch, un miliardario che dopo gli attentati del 2001 ha progettato per il governo un sistema informatico in grado di raccogliere e combinare fantastilioni di informazioni per prevedere possibili atti di terrorismo. Jim Caviezel è John Reese, ex agente Cia creduto morto, divorato da un lutto e dal senso di colpa. Finch gli propone un patto allettante: utilizzare le informazioni che il “sistema” gli fornisce per sventare futuri crimini. Qualcosa di simile a Minority Report, ma che nella pratica si traduce “solo” in un ottimo telefilm d’azione.

Una trama orizzontale per ora debolissima fa da collante, in Person of interest, a quello che è, a tutti gli effetti, un procedurale poliziesco e adrenalinico, con il caso della settimana da risolvere e una persona, ogni volta diversa, da salvare. Con l’ulteriore complicazione di non sapere mai se i dati forniti dalla macchina indicano una vittima oppure un carnefice. E un sotterraneo quesito morale, per quanto visto e stravisto: fino a che punto è giusto calpestare la privacy dei cittadini?