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Pacific Rim – La Rivolta

2018
Titolo Originale:
Pacific Rim: Uprising
CAST:
John Boyega (Jake Pentecost)
Scott Eastwood (Nathan 'Nate' Lambert)
Cailee Spaeny (Amara Namani)

Il nostro giudizio

Pacific Rim – La Rivolta è un film del 2018, diretto da Steven S. DeKnight

Forse l’unico merito che si potrà riconoscere a questo film è di averci fatto capire, ancora di più, il valore del primo Pacific Rim diretto da Guillermo del Toro. Per contrasto ovviamente, poiché, dal confronto col lavoro fatto dal regista messicano, questo secondo capitolo esce terribilmente massacrato. Basta guardare alla storia produttiva di Pacific Rim – La Rivolta, per intuirne le qualità: una lavorazione costantemente rimandata, dettata dagli incassi al di sotto delle attese del primo, cambi di titolo e sceneggiatura. Infine, la scelta del debuttante Steven S. DeKnight, showrunner della serie Spartacus: visti i risultati possiamo mettere anche questa decisione tra le cause del disastro che andiamo ora a descrivere, partendo dalla trama. Sono passati dieci anni dagli eventi del primo film: la breccia è stata chiusa e da allora non vi è più stato un attacco-kaiju. Jake Pentecost, figlio dell’eroico Marshall Stracker, si procura da vivere rubando pezzi di vecchi Jaeger e rivendendoli al mercato nero. Viene però rintracciato e riportato all’Accademia per ranger da cui si era ritirato dopo la fine della guerra. Nel frattempo, la Shao Corporation, azienda operante nel settore militare, ha messo a punto un modello di drone in grado di rendere obsoleti i robot a doppio controllo neuronale. La situazione precipita quando proprio uno Jaeger compie un attacco a un meeting internazionale a Sidney. La paura di una nuova guerra e anche di un ritorno dei kaiju si fa sempre più concreta.

Va subito chiarito che non è certo il soggetto il più grande problema di questo sequel. Alcune idee sono interessanti, come la descrizione di un’umanità capace di unirsi nei momenti critici, salvo poi ritornare ai propri egoismi una volta passata la paura. Lo sviluppo è prevedibile e ogni tanto ci si arrampica sugli specchi per arrivare verosimilmente ai colpi di scena; ma le vere magagne risiedono nei singoli aspetti: personaggi principali e secondari terribilmente abbozzati, cadute di stile nei dialoghi e continue incoerenze narrative. Mentre nel primo capitolo la variabile comica era limitata ai caratteri dei due scienziati (ancora presenti e più centrali in questo sequel), adesso ogni personaggio e ogni situazione finiscono per avere esiti di matrice slapstick. A partire dal protagonista, un John Boyega che sembra riproporre pari pari il Finn della nuova saga Star Wars, dimenticandosi delle motivazioni serie insite nel suo Pentecost Jr. Così come risulta un pesce fuor d’acqua Scott Eastwood, inadatto a passare di colpo da un registro serioso a uno più ironico. Il duo formato (e poi sciolto) con Boyega sprofonda in una dimensione da buddy-movie caciarone.

 Le colpe più grandi sono, però, da attribuire alla regia di DeKnight, incapace di dosare minimamente il ritmo del racconto: tutto avviene in modo frenetico, indifferentemente dal fatto che ci si trovi in un momento action o di riflessione. I dialoghi e i passaggi di scena sono sempre frettolosi, a partire dal prologo, mentre i combattimenti raggiungono velocità di ripresa talmente supersoniche da non dare alcuna possibilità di cognizione del contesto situazionale. Si perde, dunque, anche l’epicità della storia, del conflitto tra uomo e mostro, preferendo un approccio più becero e ormonale. Anche senza il paragone con l’operato precedente di del Toro, Pacific Rim – La Rivolta fallirebbe ugualmente. Il fatto di esserne la continuazione costituisce solamente un’aggravante che lo colloca da subito tra i peggiori film dell’anno.