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Overlord

2018
Titolo Originale:
Overlord
REGIA:
Julius Avery
CAST:
Jovan Adepo (Boyce)
Wyatt Russell (Ford)
Mathilde Olivier (Chloe)

Il nostro giudizio

Overlord è un film del 2018, diretto da Julius Avery.

Signore e signori, ecco a voi l’anti-Dunkirk, il rigurgito più schietto di Bastardi senza gloria. La World War II, non come ce la immaginiamo, come abbiamo preferito non pensarla, nel suo più sozzo e macabro realismo. Non siamo di fronte a un epigono dei grandi classici di guerra contemporanei, ma, è da sottolineare, non siamo neanche in presenza di un comune nazisplotaition o un b-movie godereccio à la Frankenstein’s Army, Iron Sky e Dead Snow. C’è un solo momento in cui la natura “bis” di Overlord si mostra fieramente allo spettatore: Chloe (Mathilde Olivier), verso il finale, imbraccia un lanciafiamme, sguardo cazzuto e completamente stravolto dall’atto sterminatorio, e lo stesso piano americano della sua figura viene riproposto nel campo-controcampo. La stessa identica inquadratura, che in un certo senso omaggia il periodo del riciclo, dei pochi mezzi e dell’escamotage tecnico. Questo film diretto dall’australiano Julius Avery e prodotto da J.J. Abrams è una vera e propria sorpresa, cinema di genere nella sua accezione più completa.

I primi minuti non hanno niente da invidiare ai prologhi più roboanti dei blockbuster: un gruppo di soldati americani, a poche ore dal D-Day, deve paracadutarsi in un villaggio francese occupato dai nazisti per far esplodere una loro base operativa. Già da queste premesse i personaggi sono immediatamente caratterizzati, dal buono e impaurito Boyce (Jovan Adepo) al duro e letale caporale Ford (Wyatt Russell). Ma soprattutto l’incubo inizia molto prima dell’ingresso della componente orrorifica: la guerra è l’orrore, come nel postulato di kurtziana memoria. Corpi rimasti appesi agli alberi nei loro paracaduti, squarciati dalla mitragliatrice, irriconoscibili o evaporati come quello del soldato che afferma di voler scrivere un libro sulla sua esperienza di naja poco prima di pestare una mina antiuomo. Eccovi servito, dopo pochi minuti, lo spietato orrore che non può essere raccontato, prima ancora di vedere i nazisti guidati dal terribile capitano Wafner, interpretato da Pilou Asbæk (lo Euron Greyjoy di Game of Thrones) e dal suo ghigno malefico. Julius Avery si dimostra un ottimo costruttore di tensione, dando parecchio spazio ai personaggi e all’azione di Overlord, rimandando fino alla fine la componente più horror e mad science, abusando solo in rari casi del più banale jump-scare. L’attesa viene, però, ripagata ampiamente con le impressionanti mutazioni corporee e i momenti gore dell’ultimo terzo di film.

Se la parte entertainment di Overlord non delude, va sottolineato anche quanto la pellicola prodotta da Abrams si abbandoni a considerazioni di stampo politico non indifferenti. Se, da una parte, i nazisti e la ricerca della nuova arma per la conquista del mondo vengono restituiti in tutta la loro crudeltà e abiettezza, allo stesso modo emergono le contraddizioni nella controparte americana. Il caporale Ford, ad esempio, si dimostra privo di scrupoli nell’eseguire gli ordini assegnatogli, salvo poi comprendere cosa fare per il bene comune. Si ritorna ancora una volta sull’impossibilità di raccontare l’orrore, in questo caso la scelta di non renderlo pubblico al fine di non permettere a nessun altro di ripetere le nefandezze compiute all’interno dei laboratori sotterranei. Sicuramente non siamo di fronte a un’opera perfetta, forse qualche minuto in meno avrebbe aiutato, ma Overlord ha parecchie cose che nel cinema odierno mancano: una storia semplice ma ben costruita, volti credibili e molta, molta cattiveria.