Featured Image

Operazione Goldman

1966
Titolo Originale:
Lightning Bolt
REGIA:
Antonio Margheriti
CAST:
Anthony Eisley (Lt. Harry Sennet)
Wandisa Guida (Kary as Wandisa Leigh)
Diana Lorys (Capt. Patricia Flanagan as Dianna Loris)

Il nostro giudizio

Operazione Goldman è un film del 1966, diretto da Antonio Margheriti.

All’inizio del 1966 erano già pronti i due spy-movie girati da Antonio Margheriti, A077 sfida ai killer (che esce il 29 aprile) e Operazione Goldman (uscito il 26 dello stesso mese). Quest’ultimo è idealmente inseribile in un centone delle migliori cose del regista, perché il sapore sempre un po’ insipido e stantio dei Bond all’italiana in questo caso lascia il posto a fragranze fantascientifiche e ad elaborazioni registiche, visionarie e scenografiche, molto fragranti. Coprodotto con i Balcazar spagnoli e girato in inglese, si basa sul disegno criminale ordito da un grande Folco Lulli, che vorrebbe ricattare il mondo sfruttando un’arma laser piazzata sulla Luna, ragion per cui sabota i lanci della Nasa da una base nascosta nel fondo dell’Oceano. Per contrastarlo, viene ingaggiato un agente-playboy, Anthony Eisley, uno 007 assolutamente atipico, che funziona perfettamente “a contrasto” rispetto al respiro magniloquente della trama.

Eilsey talvolta è impacciato nel menare e in una sequenza in cui resta intrappolato con la sua capa, Diana Lorys (bella mora, di quota spagnola, una westerner della quale Margheriti ricordava la simpatia e i magnifici denti) in una cisterna invasa dall’acqua, fa una fatica del diavolo, boccheggiando persino, solo per tappare un buco con una giacca. Per inciso, la situazione dell’eroe che rischia di morire semiaffogato in un luogo chiuso, era un must di Margheriti. Qui, salvo errori, è la terza volta che si ripresenta, dopo L’arciere delle Mille e una notte e La vergine di Norimberga, e forse, psicanaliticamente, vorrà dire qualcosa. Lo 007, comunque, mentre indaga – incappando, tra le altre cose, in una Luisa Rivelli da sturbo con i seni sull’uscio – si imbatte nei cattivi che lo tramortiscono e, chiuso dentro un siluro, lo spediscono nella base subacquea dove tutti vestono di nero (la manovalanza criminale indossa tutte stile Diabolik). Lì c’è anche Wandisa Guida (nei crediti Wandisa Leigh), transfuga da Lulli, con la quale l’agente si alleerà per scongiurare il piano del criminale.

Le scenografie del mondo sommerso sono di Antonio Visone e sono fantastiche, a dominante rossa – il rosso, per scelta o per caso, è il colore principe del film, a cominciare dai capelli del protagonista e dell’antagonista – così come rossa è la marea lavica che alla fine invade e distrugge il luogo, esattamente come fu per I criminali della galassia e come sarà per Contronatura – ma qui Margheriti, quanto ad efficacia dell’effetto, batte se stesso. Vanno considerati anche i sussulti gotici, poiché l’organizzazione dispone di una camera in cui le persone vengono ibernate in loculi trasparenti e, all’occorrenza, scarnificate da una luce purpurea. Impressionante. Operazione Goldman – che sembra molto più recente degli anni ha – era stato scritto e riaggiustato in corso d’opera da Ernesto Gastaldi, opinione del quale è che c’entrassero in qualche modo nella produzione anche Luciano Martino e Mino Loy – e la presenza di Wandisa Guida, allora legata a Martino, lo confermerebbe –, cioè i patrocinatori dell’altro spy di Margheriti, A 077 Sfida ai killer, anch’esso sceneggiato da Gastaldi il quale si fa un punto di vanto di avere inserito nell’intrigo il tema delle energie alternative quando nessuno sapeva cosa fossero le energie alternative.