Featured Image

Onyros

2016
Titolo Originale:
Onyros
REGIA:
Cristian Tomassini, Marco Businaro
CAST:
Diego De Francesco
Andrea Pergolesi
Valerio Mazzucato

Il nostro giudizio

Onyros è una web-serie del 2016, diretta da Cristian Tomassini e Marco Businaro

Colpito! Forse aspettavamo solo la ragione buona per cominciare a dar retta alle web-serie italiane che finora sono state latitanti dallo spazio recensioni di questo sito nocturniano. E la ragione buona ce la forniscono, precisamente, le prime tre puntate di questa serie per il web, Onyros, prodotta in ambiente veneto (le location sono tra Vicenza, Padova, Bassano e Verona) a costi molto contenuti, sebbene il risultato sia tutt’altro che pauperistico o asfittico. Il contesto è comunque delocalizzato: potrebbe essere una qualunque città di un qualunque Paese a far da sfondo alla vicenda – prevalentemente se non totalmente affogata nei notturni – del proprietario di un bar, di nome Cris (Diego De Francesco) che nasconde la natura di un sinistro predatore: vediamo infatti come costui sia abile a rimorchiare donne, giovani o più attempate, sulle quali, una volta consumato il rapporto sessuale, compie indecifrabili operazioni per mezzo di una siringa. Nelle prime tre puntate non è ancora esplicito questo arcano della materia estratta dai corpi, ma quel che è certo è che Cris intrattiene degli equivoci commerci con un network televisivo – che diffonde di continuo messaggi pubblicitari suadenti ed ipnotici per mezzo di una immagine femminile (Erika Favretto) – l’Onyros appunto, a un cui rappresentante egli vende il “succo” estratto dalle sue vittime. Che questo qualcosa abbia a che vedere con i sogni è intuibile e lo apprendiamo più pragmaticamente leggendo la sinossi fornita dalla produzione.

Un altro personaggio in gioco si chiama Carlo (Andrea Pergolesi)  ed è un fotografo pubblicitario nella morsa degli stupefacenti, ossessionato dal ricordo di una modella asiatica scomparsa nel nulla con la quale in un modo o nell’altro si trova ad avere a che fare anche Cris nel momento in cui entra in contatto con una esperta d’arte (Monica Garavello) che sembra avere pure lei le sue anse di buio. A quota tre puntate, che sono quanto finora è stato finalizzato rispetto al traguardo delle 13 previste – da 15 minuti l’una –  la maggior parte degli sviluppi della vicenda sono di là da venire, ma è lecito dire che ciò che si è visto è altrettanto ipnotico dei messaggi di Onyros e quindi ci si augura che il resto della serie si compia in fretta – gli autori sono alla ricerca di connections, appoggi e partnership per completarla. In particolare, Tomassini e Businaro riescono a tessere la tela di un’atmosfera morbida e inquietante che loro dicono avere come riferimento un certo New Horror americano anni Ottanta ma a che a me ricorda cose più autoctone e che comunque non mi sembra si debba per forza definire richiamandosi ad altro, perché possiede una sua forza identitaria e specifica.

La cosa interessante è anche che Onyros è stata scritta, oltre che dai due registi, da tre donne: Anna Dalla Bona, Mariachiara Manci e Caterina Massuras; e che – almeno per ciò che si è visto finora – non recalcitra di fronte alle situazioni piccanti – che sono e restano il sale di ogni genere, con buona pace di chi la pensa altrimenti. In sintesi: il contenuto c’è e intriga e la forma gli va appresso di buona conseguenza, per cui non è pensabile che non si possa vedere in un futuro prossimo come vanno a finire le storie dei protagonisti e quali sorprese possa spalancare la sinistra Onyros che fa business e chissà cos’altro con la materia dei sogni della gente.