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Nightflyers

2018
Titolo Originale:
Nightflyers
REGIA:
Andrew McCarthy, Mark Tonderai, M.J. Bassett,Mike Cahill, Maggie Kiley
CAST:
Eoin Macken (Karl D’Branin)
David Ajala (Roy Eris)
Jodie Turner-Smith (Melantha Jhirl)

Il nostro giudizio

Nightflyers è una serie tv del 2018, ideata da Jeff Buhler.

C’è una sequenza infinita di frasi per racchiudere l’idea produttiva e commerciale che c’è dietro la serie Nightflyers e tra le tante potremmo pescare un “saltare sul carro dei vincitori”, “cavalcare l’onda” o “battere il ferro finché caldo”. Alla fine di questo ciclo di episodi si palesa un’ovvia realtà: quella che attualmente il nome di George R. R. Martin attira parecchio interesse mediatico; papà de Il Trono di Spade di casa HBO, qui si occupa di una serie distribuita dal canale televisivo SyFy. La rete di genere che si occupa rincipalmente di fantascienza, ha deciso di andare a ripescare un romanzo scritto dallo stesso Martin – pubblicato nel 1985 – con il chiaro intento di incanalare gran parte dell’interesse e spettatori de Il Trono di Spade in questo serial horror-spaziale sperando nel successo immediato, ma non tutto è andato come previsto. Spazio, 2093. Una navicella, la Nightflyers, parte alla volta di un segnale extraterrestre sicura della possibilità di instaurare un primo contatto alieno.

Sulla Nightflyers c’è il classico equipaggio variegato: gli umani, i potenziati, i telepatici, tutti obiettivi raggiunti dall’evoluzione umana, genetica e tecnologica. Dopo poco tempo l’equipaggio si renderà conto che nella nave le cose iniziano a prendere una piega pericolosa a causa di una presenza maligna che si annida tra le fredde pareti per mietere vittime in ogni occasione. Se l’incipit vi riporterà subito alla mente Punto di non ritorno di Paul W.S. Anderson, nessun problema, anzi, tutto l’impianto orrorifico e visivo attinge a piene mani dalla pellicola del 1997, non risultando mai concreto nella sua messinscena. Questo perché dopo la prima puntata, abbastanza accattivante per proseguire fiduciosi nella visione, il resto della serie si dimostra essere un goffo compromesso tra le richieste produttive e una sceneggiatura che, priva di un baricentro narrativo, vaga per lo spazio profondo senza mai convincere nei suoi tratti distintivi, ovvero l’horror e la fantascienza simil cyberpunk. Con Netflix che ne detiene i diritti di distribuzione, Nightflyers sembra un grosso buco nero di possibilità non espresse.

C’è il sangue, la carne che si fonde con il metallo, alcuni segreti che sveleranno una trama più stratificata, ma a tutto questo manca una struttura adeguata per sorreggere anche i twist di trama più improbabili – e ce ne saranno tanti, alcuni anche al limite dell’umana comprensione, per quanto ci si nasconda dietro il dito della fantascienza. Eppure, nonostante tutto, Nightflyers lascia un retrogusto agrodolce, la concreta sensazione che lo show potrebbe avere qualcosa di buono da raccontare, ma con un’evidente sceneggiatura poco brillante che non riesce a mettere bene in risalto i temi principali di una serie che si tiene in piedi grazie a misteri banali privi di mordente e una narrazione dal ritmo altalenante. Quanto abbia influito il vero coinvolgimento di Martin non è dato sapere, forse addirittura nulla a causa della clausola di esclusività che prevede il contratto con la HBO. Nonostante si parli di canali come SyFy che non hanno le disponibilità economiche o i mezzi dell’emittente televisiva per cui lavora lo scrittore, rimane una concreta voglia di creare un mondo più grande ed espanso di quello narrato fino ad ora. Solo un’ipotetica conferma di una seconda stagione potrà dare ragione o torto a questa iterazione spaziale targata George R. R. Martin.