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Mosaic

2018
Titolo Originale:
Mosaic
REGIA:
Steven Soderbergh
CAST:
Sharon Stone (Olivia Lake)
Devin Ratray (Nate Henry)
Garrett Hedlund (Joel Hurley)

Il nostro giudizio

Mosaic è una serie del 2017, scritta da Ed Solomon, prodotta per la HBO e trasmessa in Italia dal 30 gennaio su Sky Atlantic.

La serie si apre con un dialogo in cui siamo messi al corrente di un’indagine per un omicidio in cui sembra giá esserci un indiziato di ferro. Ma ecco che un flashback ci riporta ad una manifestazione di beneficenza che si tiene a Summit, una cittadina di montagna dello Utah: si tratta di una raccolta di fondi e l’ambiente sembra essere quello tipico borghese della provincia americana. Ben presto affiorano dal numeroso pubblico quelli che saranno i protagonisti della vicenda: Olivia Lake, famosa scrittrice di libri per l’infanzia e protagonista della serata in quanto madrina di un progetto editoriale mirato a stimolare la creatività dei bambini (sarebbe già un primo riferimento alla natura interattiva della serie). Olivia è interpretata da Sharon Stone, un’attrice capace di bucare lo schermo dalla prima inquadratura e che subito riesce ad esprimere il mix di carisma e fragilità che caratterizza il suo personaggio.  Alla serata è presente anche Joel Hurley, l’attore Garrett Hedlund, giovane e piacente barista, aspirante artista, un ragazzo in cerca di fortuna il cui incontro con Olivia sancirà ben presto un sodalizio che porterà la donna ad offrirgli alloggio nella sua baita.  A questi due personaggi viene poi ad unirsi la figura ambigua di Eric Neill, (Frederick Weller),  il quale intreccerà con Olivia una relazione professionale e privata nella quale lui ha sicuramente delle intenzioni nascoste che non vengono colte dalla protagonista.

Con questo triangolo che non si può definire amoroso, ma tenuto insieme da relazioni difficili da catalogare, si avvia una vicenda oscura, un murder mystery improntato sull’equivoco e l’ambiguità in cui ciascuno dei personaggi mostra sempre diversi aspetti della propria personalità e dove la pluralità dei punti di vista non è un ostacolo alla comprensione dei fatti ma la chiave di lettura del racconto. Non a caso Mosaic negli Stati Uniti nasce come esperimento di serie interattiva, in cui attraverso una app lo spettatore ha  la possibilità di scegliere un diverso punto di vista della narrazione che chiaramente cambia a seconda dei personaggi.  Da noi il prodotto viene proposto in un formato “normale”, una sorta di condensato della versione originale e del materiale ad essa connesso.

Steven Soderbergh, che mai nella sua attività cinematografica e televisiva (Ocean’s Eleven, Sesso, bugie e videotape) ha perso un’occasione per sorprendere il pubblico con la sua narrazione originale, attraverso un racconto poche volte cronologico e che lascia invece molto spazio ai flashback, e che proprio nell’assenza dell’unità di tempo trova il baricentro del suo equilibrio, riesce molto bene nello scopo di inculcare dubbi ed incertezze nello spettatore che vorrebbe improvvisarsi detective. Le ansie e il senso di precarietà che caratterizzano i protagonisti vengono percepiti facilmente dallo spettatore il quale si ritrova coinvolto in un vortice di disagio che è l’essenza della vicenda; al centro di essa “l’animalessa” dello schermo Sharon Stone si muove con una disinvoltura e una veridicità impressionanti.  Difficile credere che stia recitando, il suo volto bello e dannato e la sua gestualità conferiscono ad Olivia una credibilità e un potere empatico che fanno di questo show un capolavoro della nuova arte drammatica.