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Misfits – Stagione 1

2009
Titolo Originale:
Misfits
REGIA:
Tom Green, Tom Harper
CAST:
Iwan Rheon (Simon Bellamy)
Robert Sheehan (Nathan Young)
Lauren Socha (Kelly Bailey)

Il nostro giudizio

Misfits – Stagione 1 è una serie tv del 2009, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2011, ideata da Howard Overman.

Tecnicamente, Misfits è un teen drama con venature fantastiche, sulla falsariga dell’americano Heroes; in realtà è un affresco adolescenziale estremamente preciso, dove i super poteri dei ragazzi rimandano a “patologie” complesse dell’età di mezzo. Lo spunto della vicenda è noto: cinque giovani affidati ai servizi sociali perché disadattati (in inglese “misfits”) e con diversi precedenti penali alle spalle, vengono travolti da una misteriosa tempesta, dopo la quale nulla sarà più come prima. Simon, il timido del gruppo, si risveglia capace di diventare invisibile. Kelly, irrimediabile coatta che parla l’inglese gutturale dei bassifondi (“gon” per dire gun, pistola, oppure “fock yo”), riesce a leggere nel pensiero. Curtis, talento della corsa destinato alle Olimpiadi prima di farsi beccare con la droga, viaggia nel tempo spostandone gli elementi e influenzandone lo scorrere. Alisha, volgare, scontrosa ma in fondo insicura e sola, sconvolge sessualmente chiunque la tocchi. Nathan, il simpatico cazzone della compagnia (l’epiteto più ricorrente con il quale gli si rivolgono è “prick”, coglione) sembra non avere alcun potere finché alla fine della sesta e ultima puntata della prima stagione non scopre la natura del proprio… “talento”.

Primo dato interessante di Misfits: nonostante la storia si concentri sui cinque ragazzi, altre persone hanno sviluppato dopo la tempesta poteri sovrumani. Una signora ottantaduenne ringiovanisce per poter riassaggiare l’ebbrezza della gioventù (e si scopa Nathan in una scena alla Shining, dopo essersi fumata di tutto). Un uomo abbaia alla Luna e si risveglia nudo e fracico come un lupo mannaro (a Londra…). Una fanciulla virginale converte i coetanei alla castità con la forza del pensiero, trasformandoli in moderni ultracorpi (dai baccelloni ai… bacchettoni). Un bambino piccolo in cerca di un genitore scatena istinti paterni in chi gli sta accanto, e così via. Diversamente dai mutanti della Marvel (tipo X-Men: il talento di Alisha somiglia a quello di Rogue) o da altri super eroi tradizionali, la tempesta (che funziona come l’isola di Lost: il mistero inesplicabile) trasforma in super potere il punto debole dei personaggi. La timidezza sociopatica in invisibilità, il senso di colpa in possibilità di redenzione viaggiando nel tempo (strepitosa la quarta puntata della prima serie, con Curtis che torna più volte “indietro” per sistemare i suoi casini), il timore di non essere accettati in passione morbosa e così via…

Misfits tratta il soprannaturale come semplice espediente, perché poi le dinamiche relazionali tra i vari personaggi, sentimentali e sessuali in primis, sono tutte perfettamente calate nella realtà e nell’asprezza di un contesto sempre più divincolato. Nella seconda stagione c’è un misterioso protagonista in più (ma lo si vede già in conclusione della first season: è il ragazzo incappucciato che fa parkour in bici e salva Nathan dai bacchettoni), mentre una terza è stata annunciata. Speriamo solo che Overman & staff non esagerino per accumulo di situazioni e personaggi, così da non rovinare una serie pressoché perfetta.