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Millennium – Quello che non uccide

2018
Titolo Originale:
The Girl in the Spider's Web
REGIA:
Fede Alvarez
CAST:
Claire Foy (Lisbeth Salander)
Sverrir Gudnason (Mikael Blomkvist)
Lakeith Stanfield (Edwin Neeham)

Il nostro giudizio

Millennium – Quello che non uccide è un film del 2018, diretto da Fede Alvarez.

Lisbeth Salander torna al cinema, questa volta con viso e corpo di Claire Foy che gli appassionati di The Crown hanno facilmente amato nei panni della giovane Regina Elisabetta. Progetto stranissimo questo nuovo capitolo della saga ispirata ai romanzi di Larsson. In termini canonici, Millennium – Quello che non uccide è un diretto sequel del capitolo firmato da Fincher nel 2011, ma cambiando tutto il cast tecnico e attoriale, la volontà del regista Fede Alvarez è quella di raccontare una storia inedita, allontanandosi da quei lidi già battuti. La decisione è di andare a parare all’ultimo libro pubblicato, l’unico non firmato dall’autore originale Stieg Larsson, scomparso nel 2004. Il risultato, purtroppo, non è dei migliori. Lisbeth torna alla sua vita da hacker, mentre Mikael Blomkvist (Sverrir Gudnason) cerca di sopravvivere nella giungla redazionale del suo giornale. Quando un membro della famiglia di Lisbeth torna a creare scompiglio nella vita della ragazza, i due dovranno rivedersi e aiutarsi a vicenda per sgominare l’ennesimo atto terroristico ai danni della figura pubblica della giovane hacker, non nuova a problemi del genere.

Fede Alvarez, giovane pupillo di Sam Raimi, appena mette il naso fuori dalla sua comfort zone di film a bassissimo budget (La casa e Man In The Dark sono costati meno di 10 milioni a confronto dei 50 spesi per questo film) e collaboratori fidati, crolla miseramente sotto i colpi delle aspettative e di una scrittura su cui inciampa più volte. Con ancora una volta una tecnica registica invidiabile che lo conferma come un regista di grande talento sia narrativo che tecnico, sembra abbastanza evidente che il regista abbia trovato non poche difficoltà nella realizzazione di questa pellicola, che non lo vede mai coinvolto al 100% nel progetto. Alvarez gira e confeziona bene le scene, ma la sceneggiatura più volte suggerisce un pathos che Millennium – Quello che non uccide non riesce mai a restituire, trasformando le avventure di Lisbeth e Mikael al pari di un Mission: Impossible, con un’azione serratissima fatta di eventi fortuiti, mosse anticipate – non basta ricorrere all’uso della scacchiera per giustificare intuizioni poco credibili organizzate tempo prima – e una dose eccessiva di cinema muscolare che si amalgama malissimo con la finalità del racconto.

Le cose si complicano quando la logica narrativa si sgretola sotto i piedi di protagonisti e antagonisti nel momento delle confessioni finali. A malincuore gran parte della non riuscita di questo progetto di rilancio del franchise è da attribuirsi alla pessima scelta di casting: la Foy è assolutamente bravissima, ma lontana dalla bellezza androgina di Rooney Mara, motivo per cui la sua Lisbeth non è abbastanza  credibile nelle sue mosse, dando l’idea di una cosplay dalla faccia cattiva e intenzioni altalenanti. Il resto dal cast non aiuta, da Sylvia Hoeks tanto brava in Blade Runner 2049, ma inguardabile con le fintissime sopracciglia tinte di biondo, a Sverrir Gudnason che più che un reporter d’assalto, sembra uscito dal Manuale delle Giovani Marmotte. Al netto di una tecnica sempre perfetta e notevole, è abbastanza evidente che Alvarez ha diversi problemi nel lavorare con persone fuori dal suo team e la grande mancanza sembra proprio Rodo Sayagues, suo fido sceneggiatore che manca tra i credits di Millennium – Quello che non uccide, e questa mancanza pesa parecchio.