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Let us prey

2014
Titolo Originale:
Let us prey
REGIA:
Brian O'Malley
CAST:
Liam Cunningham (Six)
Pollyanna McIntosh (Rachel Heggie)
Bryan Larkin (Jack Warnock)

Il nostro giudizio

Let us prey è un film del 2014, diretto da Brian O’Malley

C’è un vecchio detto nel mondo del rock and roll: “Più la musica ti sembra alta e più vuol dire che stai invecchiando”. Si potrebbe trasporre nel cinema horror in questo modo: più il film ti appare eccessivamente violento e più significa che sei anziano. Un bel ricatto, non trovate? A volte però l’abbondanza di scene esplicite equivale giusto al mostrar muscoli. Il dubbio che su Let us prey siano messe lì solo per garantirsi il sei politico dal partito della mattanza progressista c’è, perché a parte lo slapstick estremo c’è una trama poco originale e un moralismo abbastanza pacchiano. Una sagra delle frattaglie che può divertire un pubblico in cerca di sensazionalismi ma suscita dubbi in chi si mette davanti allo schermo con un atteggiamento analitico, senza birra ghiacciata nella mano destra e la sinistra sprofondata dentro un cestone di Pringles.

Vero, possiamo goderci una volta di più Pollyanna McIntosh in tutto il suo mistero. Grazie ai suoi sguardi sornioni e l’aplomb di chi ha troppe cicatrici per sorprendersi di qualsiasi cosa, lei riesce da sola a farci ingoiare l’intrico di esplosioni carnarie e disumanità assortita con la fiducia che non si tratti solo di “becerume” da poco e che invece nel film si nasconda chissà quale recondito significato. Lei però è un peso massimo dell’inquietudine calato in un ruolo di cinque misure più strette. Avremmo voluto leggere i commenti a questo film se al suo posto, nel ruolo dell’agente Heggie, ci fosse stata una Lauren Cohan qualsiasi. A vanificare gran parte della tensione comunque è soprattutto Liam Cunningham. Il film comincia con lo scroscio delle onde sugli scogli. Dalla spuma e i flutti ecco apparire la figura enigmatica di un uomo. Sembra un essere soprannaturale, una sorta di vampiro che sta per scendere in città e suscitare non pochi casini. Quando però capiamo che si tratta di Sir Devos, il Lord delle cipolle del Trono di spade, gran parte dell’oscurità va a farsi benedire. Persino la barba è la stessa della serie della HBO e tutto questo non aiuta.

Non c’è solo il male nel mondo; persino Jim Van Bebber conosce questa verità. Le vittime sono più schifose degli assassini ma cosa vuole rappresentarci? Che è tutto uno schifo? Wow, siamo diventati proprio adulti o abbiamo solo visto troppi horror anni ’70 in cameretta? Possibile che in un paesino della Scozia siano radunati i peggiori serial killer del Regno Unito? E via che si avanza verso la mezzanotte (e non l’una o le cinque) l’angelo del castigo (per non dire vendicatore e scomodare sua maestà Louis) presenta il conto a poliziotti e detenuti in una sorta di biscottone in stile Distretto 13 inzuppato in una salsa natalizia della ditta Dickens/Collins. Solo il nulla intenso dietro lo sguardo di Pollyanna può tener testa al cattivissimo sergente MacReady (Douglas Russell): specie di Bryan Adams in chiave cenobita. O’Malley sembra aver studiato bene la lezione di Carpenter tranne che per l’uso della violenza. In quello è più un allievo pigro di Fulci.