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La fratellanza

2017
Titolo Originale:
Shot Caller
REGIA:
Ric Roman Waugh
CAST:
Nikolaj Coster-Waldau (Jacob Harlon / Money)
Omari Hardwick (Kutcher)
Lake Bell (Kate Harlon)

Il nostro giudizio

La fratellanza è un film del 2017, diretto da Ric Roman Waugh

 Il passaggio al lato oscuro dell’eroe è un tema sempre accattivante. Cosa può spingere l’uomo probo a scegliere un così drastico cambiamento esistenziale? E quanto di buono rimane in lui, una volta abbandonata la strada dell’irreprensibilità e della rettitudine? L’esperienza della galera, del contatto con la realtà criminale può essere traumatica anche per il più mite degli uomini, come per Juan di Cella 211, film che più di tutti è stato capace di raccontare questo cambiamento. Il nuovo film del regista ex stuntman Ric Roman Waugh tenta la stessa operazione, con le dovute differenze. La fratellanza ci introduce Jacob e la sua vita perfetta, tra lavoro e famiglia, che viene sconvolta quando provoca un incidente stradale dove muore un suo amico. Condannato per omicidio colposo, l’uomo dovrà scontare la pena in un carcere dove sarà facile preda dei galeotti più sanguinari. Con la ferma volontà di passare indenne il suo breve periodo di prigionia, Jacob diventerà complice di un gruppo di criminali in cambio della loro protezione, salvo poi diventare un membro effettivo della banda con il proprio nome di battaglia: Money. L’odissea criminale del protagonista non ci viene narrata in modo cronologicamente lineare, ma attraverso un continuo utilizzo di ellissi temporali che si arresta solo in vista dell’ultima mezz’ora risolutiva.

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L’intenzione non è dunque preparare lo spettatore alla metamorfosi, piuttosto rendere chiaro subito il contesto che l’ha causata, il micro-ambiente che sineddoticamente allude al macro-ambiente: il carcere per descrivere un sistema penitenziario americano incapace di distinguere chi commette un reato occasionale dai veri criminali, sbattendo tutti quanti nella stessa gabbia e vanificando il reinserimento degli elementi socialmente recuperabili. Pur passando da premesse piuttosto forzate, la vicenda di Jacob (un Nikolaj Coster-Waldau che almeno prova ad andare drammaticamente oltre il look e i tatuaggi) è all’insegna della fatalità più disperata: una volta nel giro non si può più uscire. Un destino che condivide con il poliziotto Kutcher (Omari Hardwick), suo antagonista da poco passato ad una lotta più attiva al crimine: due uomini che il destino ha condannato a non poter tornare indietro. Jacob decide di rimanere Money, anche dopo essere stato scarcerato, e non potendo tornare dalla sua famiglia, si ritrova ad essere prigioniero anche da uomo libero.

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Ma cosa resta poi di questo thrilling drama? Davvero poco altro. Il romanzo criminale avrebbe bisogno di villains altrettanto affascinanti, di dinamiche di gruppo più approfondite, ma nella fratellanza, da cui il titolo italiano, non si trova niente di tutto questo. Essa è ridotta superficialmente a un manipolo di suprematisti bianchi con l’hobby dei tatuaggi e del culturismo, capaci solo di sciorinare cliché e filosofia spicciola. Sono molti i momenti in cui si ride quando probabilmente non si dovrebbe, tra l’enorme boss che offre al protagonista la sua collezione di libri di psicologia e gli improbabili esercizi ginnici a cui quest’ultimo si presta. La conclusione, poi, presenta un piano doppiogiochista talmente sul filo della perfezione, tra talpe, cellulari rintracciabili e armi da nascondere, da risultare poco credibile. Neanche l’ultima amara inquadratura può salvare del tutto un film che, pur partendo da un’idea di sceneggiatura molto interessante, presenta troppe falle nello svolgimento.