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Knock Knock

2015
Titolo Originale:
Knock Knock
REGIA:
Eli Roth
CAST:
Keanu Reeves (Evan Webber)
Lorenza Izzo (Genesis)
Ana de Armas (Bel)

Il nostro giudizio

Knock Knock è un film del 2015, diretto da Eli Roth.

Eli Roth ha messo la testa a posto, si è accasato con Lorenza Izzo, l’attrice conosciuta sul set di Aftershock (2012) di Nicolás López, e poi, insieme al suo team di amichetti cileni – lo stesso López e lo sceneggiatore Guillermo Amoedo (che per inciso ha appena scritto e diretto un thriller-vampiresco niente male, The Stranger), ha realizzato una nuova pellicola dal titolo Knock Knock. Questa volta niente cannibali e giungla, ma un frizzante home invasion di quelli che vanno tanto di moda oggi. Restando in casa Deodato, si potrebbe dire che Green Inferno sta a Cannibal Holocaust come Knock Knock sta a La casa sperduta nel parco. Più o meno. Perché al posto di due teppisti che finiscono nella villa di un gruppo di borghesi decadenti e debosciati, questa volta sono due ragazzine decadenti e debosciate a finire nella villa del borghese Keanu ReevesSi tratta del remake di un film del 1977, Death Game, diretto da Peter S. Traynor, con protagonisti Seymour Cassel, Sondra Locke – la donna di Clint Eastwood dal 1975 al 1989, che in Knock Knock è coinvolta come produttrice esecutiva – e Collen Camp.

L’ex protagonista di Matrix, in perenne ricerca di un’identità cinematografica, interpreta un moderno padre di famiglia, ex-dj di professione architetto, che si appresta a passare un intero week-end di lavoro tutto soletto mentre la moglie scultrice e i due figlioletti piccoli sono via per le vacanze. La prima notte, però, qualcuno bussa alla porta. Sono due ragazzine: la Izzo (ovviamente) e Ana de Armas (attrice cubana già apprezzata nel bel Blind Alley di Antonio Trashorras), che mentre andavano a una festa si sono trovate sperse nel nulla sotto una pioggia torrenziale, come due gattine bagnate. Reeves le accoglie in casa, gli offre da fumare e si propone di asciugargli i vestiti. Loro, per tutta risposta, si mettono a fare le mignottelle. Il maschio resiste quanto può, ma poi capitola e il triangolo amoroso viene consumato. La mattina dopo si scatena il pink inferno: le ragazze gli demoliscono casa, poi fanno scempio delle preziose sculture della moglie e alla fine lo accusano di essersi approfittato di due minorenni. L’uomo, come è giusto aspettarsi, si dimostra inadeguato alla situazione e, preso dall’imbarazzo di dover rispondere alle chiamate dell’ignara consorte e difendersi dalle provocazioni delle due lolite, finisce per perdere i sensi. Al risveglio si ritrova incatenato al letto con la De Armas che lo monta da sopra al grido di «forza papi!». Il tutto sotto gli occhi vigili e divertiti della Izzo e del suo smartphone.

In Knock Knock Eli Roth tenta un buffo esperimento e ribalta i ruoli, o meglio li confonde. Le fragili e innocenti ragazzine si rivelano spietati carnefici e il super-macho di turno si ritrova a essere la vittima designata. Il tutto per sostenere (forse) che quando un uomo tradisce deve aspettarsi di affrontare le peggiori conseguenze. Detto da Roth c’è da dubitare dell’onestà, anche perché, in fondo, se le donne sanno comportarsi come stronze simili forse un motivo per tradirle in fondo ci sarebbe pure. Ma non c’è da costruirci troppo intorno, perché Knock Knock non vuole andare più in là di quello che è: un simpatico prodotto di intrattenimento reso ancora più pepato dalla presenza nuda delle due disponibili starlette. Ha il retrogusto bischero di una barzelletta sconcia e come tale va goduto, perché questo è il cinema di Eli Roth, sincero, onesto e divertente.