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King Cobra

2016
Titolo Originale:
King Cobra
REGIA:
Justin Kelly
CAST:
Christian Slater (Stephen)
Garrett Clayton (Sean Paul
Lockhart / Brent Corrigan)

Il nostro giudizio

King Cobra è un film del 2016, diretto da Justin Kelly

Brent Corrigan (all’anagrafe Sean Paul Lockhart) è una delle più celebri pornostar contemporanee, e l’ormai defunta casa di produzione Cobra Video, specializzata in twinky hardcore (con protagonisti ragazzi che dimostrano un’età adolescenziale, con fisico magro, sottile e longilineo), è dove lui è sbocciato: questa è la loro storia, l’immersione senza veli in un mondo senza scrupoli, dove le illusioni sono sproporzionate e il denaro la fa da padrone. Passato al Tribeca Film Festival di New York, al Festival di Londra e al Torino Film Festival, secondo lungometraggio del giovane regista americano Justin Kelly (dopo I am Michael del 2015, incentrato su una storia di riconversione sessuale, con protagonista James Franco), King Cobra è un biografico che segue le vicende del giovane attore porno gay Brent Corrigan che, ancora minorenne, si trova catapultato in un universo equivoco, a dover affrontare fama e celebrità insieme a una serie di personaggi arrivisti e pericolosi che cercheranno di approfittarsi di lui e del suo successo.

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Fortemente voluto da James Franco, attore, sceneggiatore, doppiatore,  regista e produttore, personaggio decisamente poliedrico e attivo sia nel cinema indipendente che in quello mainstream (qui tra i protagonisti e anche co-produttore della pellicola), King Cobra è stato sceneggiato dal regista basandosi sul libro del 2012 di Andrew E. Stoner Cobra Killer: Gay Porn, Murder, and the Manhunt to Bring the Killers to Justice. Tra gli interpreti, oltre a James Franco nella parte di Joe, un attore in declino che gestisce una casa di produzione sgangherata (la Viper Boyz), Keegan Allen (proveniente dalla serie tv Pretty Little Liars) nei panni di Harlow, suo fidanzato ed escort per necessità, Garrett Clayton che veste (per modo di dire) i panni di Brent Corrigan e Alicia Silverstone che porta sullo schermo l’ingenua madre di Brent. Per la gioia dei nostalgici degli anni Ottanta troviamo inoltre Christian Slater, nel ruolo di Stephen, proprietario della Cobra Video (il cui vero nome era in realtà Bryan Kocis) e Molly Ringwald che presta il volto alla sorella “perbene” di Stephen, ruolo peraltro piuttosto ininfluente e di scarso rilievo.

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Si tratta di un crime-drama abbastanza convenzionale, senza grandi picchi, nonostante l’argomento e le tematiche piuttosto taboo, con una regia discreta, una fotografia patinata e una colonna sonora un po’ troppo invadente. Tutti gli attori svolgono il proprio compito diligentemente, senza brillare eccessivamente, forse quello che si comporta meglio è  Slater, molto convincente e intenso, mentre proprio Franco va frequentemente sopra le righe. Certo con un topic così scabroso e ambiguo, tratto poi da una storia vera (accaduta una decina di anni fa), era forse lecito aspettarsi un film con un punto di vista più originale e più personale; chiaramente non mancano le scene “calde” ma il regista pare sempre trattenersi dal mostrare troppo e non affonda mai il colpo. In definitiva, King Cobra somiglia troppo a una puntata di un serial televisivo, intrattiene ma scivola via senza lasciare un grosso impatto.