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Kidnap

2017
Titolo Originale:
Kidnap
REGIA:
Luis Prieto
CAST:
Halle Berry
Sage Correa
Lew Temple

Il nostro giudizio

Kidnap è un film del 2017, diretto da Luis Prieto

La carriera del regista spagnolo Luis Prieto è abbastanza singolare: dalle commedie sentimentali italiane Ho voglia di te e Meno male che ci sei al noir Pusher (remake del cult di Refn), ora ci sorprende con l’ottimo action/thriller Kidnap. Protagonista è Halle Berry, che con gli anni guadagna in bellezza, nei panni di Karla, una madre divorziata e con un bambino. Durante una gita al parco, il piccolo Frankie scompare, e la donna lo vede salire in auto con degli sconosciuti. Senza pensarci due volte, inizia un lungo inseguimento coi rapitori: mentre la polizia si rivela impotente, la coraggiosa madre riesce a risalire fino al covo dei sequestratori scoprendo un’orribile organizzazione che tiene prigionieri anche altri bambini. Halle Berry non è nuova a ruoli eroici e mascolini come questo – da Decisione critica a 007 La morte può attendere fino alla saga X-Men – e in Kidnap riprende il topos del genitore eroico pronto a tutto pur di ritrovare i figli. Un po’, se vogliamo, il corrispettivo femminile del Liam Neeson di Io vi troverò – ma viene in mente anche Jodie Foster in Flightplan. Ma la genialità della sceneggiatura – sostenuta da una regia quadrata che non fa cedere di un attimo il ritmo – consiste nel sovvertire gli schemi narrativi classici incentrati su rapimento e ricerca.

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Kidnap è sostanzialmente un unico lungo inseguimento, suddiviso in varie tappe, in cui il tempo della storia e il tempo del racconto – per usare i termini della narratologia – vengono a coincidere. Per buona parte dei 90 minuti, infatti, la vicenda narrata coincide cronologicamente con le avventure vissute dalla protagonista – per dare l’idea, è un po’ come succede nel classico Cani arrabbiati di Mario Bava, o in quell’altro gioiellino di suspense che è Cellular con Kim Basinger. Il primo quarto d’ora, che mostra a grandi linee la vita di Karla e il legame strettissimo con suo figlio, è un po’ lento ma funzionale soprattutto per la figura sfuggente del padre che ci farà sospettare di lui lungo il film. Con l’angosciante scena nel parco, in cui percepiamo una tensione procrastinata il più possibile, inizia la storia vera e propria. Kidnap ci sorprende soprattutto alla prima visione – ma anche alle successive non perde nulla in quanto a suspense – perché ci aspetteremmo una struttura classica, con indagini poliziesche: invece Halle Berry è la protagonista incontrastata del film, e quando sale in auto per inseguire quella dei rapitori, ha inizio una serie di corse e lotte interrotte solo da snodi narrativi cruciali e altrettanto sorprendenti, fino al termine del film, che è di fatto un road-movie serrato e claustrofobico (anche in questo ricorda Cani arrabbiati); il tutto unito a una buona componente mistery, la cui soluzione poteva forse essere approfondita un po’ di più.

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Gli inseguimenti in auto sono spettacolari e fragorosi, degni dei migliori action-movie, tra car-crash, duelli e ribaltamenti. I pochi momenti di sosta (si fa per dire) sono propedeutici ad altre esplosioni di azione e suspense: il poliziotto in moto che non comprende la situazione, lo stallo con la finta richiesta di riscatto, l’inutile denuncia alla stazione di polizia. Ben delineati anche i due misteriosi sequestratori, un uomo armato di coltello e una donna enorme e disgustosa che pare uscita da un horror americano anni Settanta, oltre al terzo uomo che spunterà nel finale. Kidnap trasuda veramente tensione e angoscia in ogni scena – bravissima ed espressiva la Berry – trasformate in ferocia e vendetta nella lunga lotta finale con l’eroina armata di fucile e coltello. Il montaggio sincopato è funzionale, mentre più anonimo è il comparto estetico riguardante fotografia e musica, buone ma non memorabili: ma in un film che ci tiene così incollati allo schermo, questo passa in secondo piano.