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Keep Watching

2017
Titolo Originale:
Keep Watching
REGIA:
Sean Carter
CAST:
Bella Thorne (Jamie)
Chandler Riggs (John)
Natalie Martinez (Nicole)

Il nostro giudizio

Keep Watching è un film del 2017, diretto da Sean Carter

In tempi non troppo sospetti di vacche magre cinematografiche, durante i quali l’originalità langue pietosamente, persino un genere sufficientemente rodato come l’home invasion si trova necessariamente costretto a dover toccare i confini dell’assurdo per poter sperare di rimanere a galla. Pertanto, che cosa accadrebbe se un nutrito e spietato gruppuscolo di anonimi serial killer – con evidenti problemi di dipendenza verso format come Il Grande Fratello – decidessero d’imbastire un sadico e letale reality show della morte ai danni di un’innocente e indifesa famigliola? È dunque da questa premessa – tutto sommato stuzzicante, seppur non certo freschissima – che Keep Watching (titolo di per sé già alquanto programmatico) prende il largo, permettendo all’esordiente Sean Carter – meglio noto come montatore di The Killing Room (2009) – d’imbastire un autentico gioco al massacro in diretta streaming con l’ausilio (purtroppo) degli ormai abusati meccanismi estetico-narrativi del mockumentary di pseudo-realtà, confezionando un ennesimo prodottucolo d’intrattenimento senz’anima, eccessivamente appesantito dall’ingombrante pretesa di risultare nuovo attraverso un formato già vecchio e decrepito da tempo.

Basato su di una insipida e poco ispirata sceneggiatura di Joseph Dembner, Keep Watching vede la giovane Jamie (Bella Thorne) vittima, assieme al fratello John (Chandler Riggs), al padre (Ioan Gruffudd) e alla di lui compagna (Natalie Martinez) degli scherzi non troppo simpatici di un misterioso manipolo di sconosciuti psicopatici, i quali hanno imbastito per l’occasione un autentico reality show con tanto di microcamere nascoste in ogni anfratto dell’abitazione, in modo da offrire all’affamato (e altrettanto spietato) popolo del web le sofferenze in tempo reale dell’indifesa famiglia asserragliata. Con Keep Watching si è evidentemente cercato di far incontrare – con esiti non certo eclatanti – l’ormai stucchevole critica socio-culturale al potere voyeuristico della reality-tv (e, oggi più che mai, del reality-web) con millanta e più titoli incentrati sul tema dell’alcova familiare assediata, mettendo a (ri)scaldare un minestrone precotto che rimesta You’re Next e The Strangers con un pizzico della recente saga di The Purge. Ne scaturisce un qualcosa destinato ad annoiare già prima del canonico quarto d’ora di rodaggio, mentre le immagini a circuito chiuso delle innumerevoli microcamere (miracolo non ne salti fuori una persino dalla tazza del water!) vengono “montate” in tempo reale da un demiurgico regista mascherato che, come un burattinaio della domenica pomeriggio, intesse trame (pseudo)tensive avvalendosi di un impianto visuale che strizza l’occhio agli screen recordings di Unfriended.

Tra un jump scare e l’altro, mentre figuri mascherati tutt’altro che spaventevoli emergono dall’ombra per poi scomparire senza un apparente motivo, Keep Watching si trascina stancamente verso un epilogo che vorrebbe sinceramente essere d’impatto ma che finisce per risultare esattamente insipido quanto tutto il resto, credendo (più che mai erroneamente) di poter intrigare il moderno spettatore con giochetti alla Saw – L’Enigmista che in realtà non ne valgono nemmeno la milionesima parte. “Keep Watching” intima il titolo, mettendo a durissima prova la capacità di resistenza dell’ignaro fruitore, non tanto verso (l’inesistente) orrore, quanto più nei confronti di una dilagante noia diffusa.