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Julieta

2016
Titolo Originale:
Julieta
REGIA:
Pedro Almodóvar
CAST:
Emma Suárez (Julieta adulta)
Adriana Ugarte ( Julieta giovane)
Sara Jiménez (Beatriz bambina)

Il nostro giudizio

Determinata a lasciare la Spagna per trasferirsi in Portogallo con il suo nuovo amore, Julieta (Emma Suarez) dovrà affrontare vecchi e malinconici ricordi legati a sua figlia Antia, sparita senza un motivo 12 anni prima. L’incontro del tutto causale con Beatriz, una vecchia amica della figlia, le procurerà una crisi di coscienza. Per alleviare questa condizione, Julieta comincia a scrivere un diario rivolgendosi direttamente alla figlia… Non originale e clamorosamente insipido come lavoro cinematografico. Pedro Almodovar e la sua Pedro Almodovar convincono poco, lasciando un leggero amaro in bocca. Nonostante uno script di base sostanzialmente valido, la schematizzazione delle vicende narrate è assolutamente opaca, a tratti confusionaria e frettolosa.
In costante attesa di qualche svolta, Julieta non riesce mai a incidere, a rendersi quanto meno empatico, peculiarità che ha contraddistinto per anni le opere del regista spagnolo. La banalizzazione ad oltranza lascia spiazzato lo spettatore e poche gocce “naif”, sparse qua e là, non lo salvano di certo. L’alternanza fra drammaturgia e sentimentalismo funziona poco, nonostante la duplice interpretazione di Emma Suarez e Adriana Ugarte, entrambi valide nell’impersonare “Julieta prima e dopo”. Ma il film non riesce a sorreggersi con un Almodovar sicuramente più moderno ma meno convincente.
La reale natura di Julieta è quella di una tragedia greca modernizzata, animata da una contemporaneità particolareggiata. Selta stilistica interessante, ma del tutto irrilevante per come viene attuata, poiché questa sorta di malessere tramandato da madre a figlia, con accanto lo “spettro della morte”, funziona solo in parte. Il ritratto femminile condizionato dall’infausto fato, già visto in passato con Tutto su mia madre, questa volta non coinvolge, regalando unicamente scampoli drammaturgici molto moderati. La figura maschile è del tutto calpestata da una dura fatalità di casi, e ne consegue una distruzione non solo corporale ma anche morale. Una “castrazione metaforica” ben progettata ma che anche qui convince mediamente. Altra particolarità è la totale assenza di teatralità, in Julieta, sintomo di come sia in atto una morigerata rivoluzione in Almodovar. Purtroppo.