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Joy

2015
Titolo Originale:
Joy
REGIA:
David O. Russel
CAST:
Jennifer Lawrence (Joy Mangano)
Robert De Niro (Rudy Mangano)
Bradley Cooper (Neil Walker)

Il nostro giudizio

Joy è un film del 2015, diretto da David O. Russel

Joy è la dimostrazione che in un film conta molto anche la squadra che ci lavora dietro. Il regista David O. Russell e gli attori Jennifer Lawrence, Bradley Cooper e Robert De Niro con questo film salgono alla terza collaborazione l’uno al fianco dell’altro dopo Il lato positivo e American Hustle. Stavolta raccontano la storia, vera, di Joy Mangano, diventata un’imprenditrice di grande successo dopo aver inventato il Miracle Mop, un mocio davvero rivoluzionario. Nel film la sua parte è pertinenza di una splendida Lawrence che tocca le corde dei sentimenti con un’interpretazione vera e di grande spessore. Robert De Niro è Rudy, il padre, un personaggio molto complesso che inverte il ruolo con la figlia, divenendo dipendente da lei. L’uomo vive nel seminterrato insieme all’ex marito di Joy, che non ha intenzione di andarsene prendendosi le sue responsabilità. La madre, invece, stazione praticamente in un letto, tutto il giorno, alle prese con la realtà artificiale ricreata dalle soap opera. Bradley Cooper è Neil Walker, re degli imprenditori che costruirà un rapporto complesso con Joy: le darà un’opportunità, la metterà in difficoltà, ma comunque sarà uno dei pochi a credere davvero in lei.

La Lawrence migliora ad ogni film e nella chiave brillante o dulcamara come in questo caso funziona certamente meglio che nelle bambocciate action che l’hanno resa celebre. Molto l‘aiuta, ovviamente, quella carica erotica trattenuta che porta con sé anche quando, come in questo caso, niente ma proprio niente sembrerebbe assecondare qualsivoglia prurigine. Eppure, basta – come nella scena della riunione familiare dopo il funerale – un minimo scorcio delle gambe nervose dell’attrice per infiammare la scena. Ma va detto che tutto quanto il cast femminile di Joy funziona bene e meglio di quello maschile, a cominciare dalla caratterizzazione di Isabella Rossellini, la nuova, ricca, fidanzata del papà di Joy ch e è chiamata a finanziare le iniziative della protagonista.

I film di David O. Russell sono tutti molto simili nella costruzione: si reggono attorno a una figura forte e le fanno ruotare attorno tanti altri personaggi molto ben definiti e delineati, con caratteristiche che completano il protagonista reggente. Ciononostante, a volte sembra che manchi qualcosa per compiere il salto di qualità, una chiave di lettura aggiuntiva che aiuterebbe la storia. E alla fine l’happy ending regala il sorriso al protagonista riscattandolo di fronte a chi non credeva nelle sue prospettive. I protagonisti disegnati da Russell, che spesso è anche sceneggiatore dei suoi film come in Joy, sono autosufficienti, ma si completano con quanti li circondano. Alla stretta finale, si può dire che il prodotto funziona ed è soprattutto interessante e consigliato, a prescindere dalla Lawrence, per il modo in cui gioca – volgendolo in grottesco – con l’universo di un certo immaginario televisivo che diventa la chiave di volta per il compiersi di un american dream.