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Jeruzalem

2015
Titolo Originale:
JeruZalem
REGIA:
Doron Paz, Joav Paz
CAST:
Yael Grobglas (Rachel)
Yon Tumarkin (Kevin)
Danielle Jadelyn (Sarah)

Il nostro giudizio

Jeruzalem è un film del 2015, diretto da Doron e Joav Paz.

Dardano Sacchetti non si era inventato niente quando scrisse L’aldilà di Lucio Fulci. La faccenda delle porte dell’Inferno, dislocate sulla terra e nel mare, stava già nel Talmud. Solo che non erano sette, gli orifizi immondi, ma tre, e dopo l’Oceano e il deserto, il terzo soglio malefico si immaginava posto a Gerusalemme. La culla spermatica del Bene e quella del Male non possono che coincidere geograficamente; e da questa considerazione si sono mossi i fratelli israeliani Doron e Joav Paz – diplomati alla scuola di cinema dell’Università di Tel Aviv, hanno esordito nel 2010 dirigendo Phobidilia che è stato selezionato sia a Toronto che alla Berlinale – per il loro JeruZalem, con la “Z”, rossa, al centro, in enfasi, che sta, ovviamente, per zombi. Ma non è un film di zombi: pare dovesse esserlo, in principio, poi l’apocalisse dei morti viventi è diventata l’Apocalisse e basta.

Due americanine, Danielle Jadelyn e Yael Groblas – citate in ordine di rilievo – volano in Israele per visitare Gerusalemme e per divertirsi, ma mentre sono lì a godersi la vacanza, sul più bello, si scatena la fine del mondo. Letteralmente: la porta dell’inferno nascosta in città si spalanca e comincia a vomitare demoni con le ali sfilacciate, giganti devastatori e altre immonde creature dell’Averno. Una fauna molto lovecraftiana. Però non è questa la notizia. La notizia è che una delle due ragazze – in fuga dai mostri insieme a un tizio conosciuto in aereo, al proprietario dell’hotel in cui alloggiavano e a un paio di soldati – inforca i Google Glass, gli occhiali “per la realtà aumentata” e quindi tutto ciò che vediamo, lo vediamo dal punto di vista di Danielle Jadelyn.

Dire che questo tipo di POV non sia intrigante – gli occhiali identificano subito i volti delle persone cercandoli su facebook, chattano, ricevono le chiamate skype dal paparino in America che è in ambasce per la figlia mentre questa si prepara a blowjobare un tipo in un cesso – e che la trovata dei Google Glass non apra la strada a idee “alate” – come nella sequenza finale –, sarebbe falso. In quanto all’horror, JeruZalem forse non aggiunge e non leva niente sui piatti della bilancia del genere. Ma è un film veloce che non annoia mai: e gliene siamo grati.