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In a Valley of Violence

2016
Titolo Originale:
In a Valley of Violence
REGIA:
Ty West
CAST:
Ethan Hawke (Paul)
John Travolta (Lo sceriffo)
Taissa Farmiga (Mary-Anne)

Il nostro giudizio

In a Valley of Violence è un film del 2016, diretto da Ti West

Dopo i kolossal The hateful eight, Revenant e I magnifici sette, l’annata western ci offre In a Valley of Violence (2016) di Ti West, primo film non horror del talentuoso regista “allievo” di Eli Roth. Dopo averci spaventato con The House of the Devil e The Sacrament, West si dimostra un ottimo artigiano anche fuori dal suo habitat naturale, dirigendo un bellissimo western “cinico infame e violento” come non se ne vedevano da tempo, e dal gusto incredibilmente cinematografico: fotografia curatissima, afflato epico e vaste location fatte di deserti, praterie e città decadenti. Certo, siamo distanti dai modelli titanici di Tarantino o Pronti a morire – va considerata anche la differente statura produttiva – ma tolti questi, il nostro film ci offre quanto di meglio possiamo vedere oggi nel genere. Produce la “Fabbrica dei mostri” Blumhouse, che per una volta si distanzia dalle altrettanto notevoli produzioni horror. Protagonista è Paul (Ethan Hawke), un pistolero solitario e dal passato misterioso, che attraversa il West in compagnia della fedele cagna Abby, diretto verso il Messico. Giunto nella cittadina di Denton, dove la legge è amministrata in modo sommario dallo sceriffo (John Travolta) e dal figlio e vice Gilly (James Ransone), è coinvolto suo malgrado in una rissa con il ragazzo. Paul subisce la ritorsione di Gilly e dei suoi sgherri, che uccidono il cane e lo picchiano selvaggiamente credendolo morto: sopravvissuto, Paul compirà la sua implacabile vendetta.

Tanti sono gli aspetti notevoli di In a Valley of Violence. Innanzitutto, una fusione omogenea di western americano ed echi dagli spaghetti-western (la vendetta e la crudeltà insistita), evitando però un citazionismo esasperato e sterile. Magnifici i titoli di testa vintage con pistoleri animati che richiamano Per un pugno di dollari, insieme a un impasto sonoro con fischi e scampanate che tributa inequivocabilmente il western italiano. Minuziosa la caratterizzazione dei personaggi, mai banali. Il pistolero taciturno che arriva nella cittadina semi-deserta ci riporta a Clint Eastwood o Franco Nero, ma qui è accompagnato da un fedele cane che all’occorrenza attacca e che sarà il perno della vendetta. Impagabile l’invecchiato John Travolta nei panni dello sceriffo-despota, con gamba di legno e fucile a canne mozze, ma la vera carogna della storia è il figlio – quel James Ransone celebre come il bonario “vice-sceriffo tal-dei-tali” nei due Sinister – insieme alla sua gang di farabutti fra cui il viscido Larry Fessenden. Senza dimenticare il reverendo-pistolero che Hawke incrocia più volte sulla sua strada.

Non che il protagonista sia un eroe, anzi, è un disertore che ha abbandonato la famiglia: un soldato che ha smesso di uccidere ma è costretto a impugnare di nuovo le armi, un anti-eroe che è il meno peggio in un mondo così crepuscolare e violento. Oltre al tormentato Paul, da notare la dicotomia padre/figlio e l’opposizione fra le due sorelle Taissa Farmiga e Karen Gillan. Ma In a Valley of Violence è innanzitutto una storia di vendetta, che raggiunge picchi di crudeltà davvero notevoli: il pestaggio di Hawke e l’uccisione del cane sono al limite della sopportazione, ed è solo un preludio a quanto vedremo in seguito, dallo sgozzamento in primo piano di Fessenden ai pestaggi, dagli omicidi a sangue freddo fino a John Travolta crivellato di colpi in mezzo alla strada. Ti West mostra una mano sicura anche nel costruire le scene d’azione (si occupa anche del montaggio), in una tensione continua che cresce fino alla lunga sparatoria conclusiva in città, compreso un tesissimo Mexican-Standoff nella main-street.