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Il filo nascosto

2017
Titolo Originale:
Phantom Thread
REGIA:
Paul Thomas Anderson
CAST:
Daniel Day-Lewis (Reynolds Woodcock)
Vicky Krieps (Alma)
Leslie Manville (Cyril)

Il nostro giudizio

Il filo nascosto è un film del  2017, diretto da Paul Thomas Anderson

Nell’Inghilterra del dopoguerra veniamo a conoscenza della fama mondiale dello stilista Reynolds Woodcock (Daniel Day-Lewis). Abile artista dalla creatività infinita e precisione chirurgica, le sue giornate seguono delle routine autoimposte che non devono assolutamente essere toccate, pena la totale perdita di concentrazione nelle ore successive: silenzio durante la colazione, ore assorte nel disegno senza distrazioni, un’attenzione particolare per la cura del proprio corpo e un controllo minuzioso su ogni abito cucito e confezionato nei suoi laboratori a cui dedica un tocco finale: una targhetta cucina all’interno del vestito, un segno inequivocabile che rimanda subito all’autore di quell’opera. Quella stoffa è l’opera d’arte di Woodcock, come un pittore firma il quadro, l’eccentrico artista firma i suoi vestiti, i quali andranno addosso alle richieste di donne facoltose, ma rimarranno tacitamente suoi. Tutta questa vita di successo e routine cambierà quando incontrerà Alma (Vicky Krieps), affascinante giovane che con il suo amore farà vacillare certezze e limiti dello stilista. Paul Thomas Anderson con Il filo nascosto sembra ricordarci un’antica lezione, consapevole a tutti ma mai più ricordata, ovvero che il cinema ancor prima di una bella storia o una bella sceneggiatura, è immagine, una sequenza chirurgica di immagini montate assieme al fine di restituire uno spettacolo visivo e intimo imprescindibile.

Citando Hitchcock senza la paura di un diretto confronto, Anderson firma un film grazioso, preciso e perfetto, esattamente con la stessa cura quasi feticista con cui il suo personaggio disegna, idealizza, cuce e confeziona abiti. Il suo comportamento e il suo genio sono segni di una ricerca della perfezione che porterà inevitabilmente, come prassi per storie del genere, alla sfida di limiti umani che possono portare a galla pazzie, psicosi o drammi del passato. Difatti agli occhi di Alma, Woodcock è un uomo più che misterioso: ha un ricordo fortissimo della madre defunta, quasi una sorta di devozione e un rapporto simil incestuoso (idealmente, non carnalmente) con la sorella che si occupa di tutta la parte amministrativa della boutique. Decifrare quindi cosa si celi dietro ReynoldsWoodcock diventerà un’impresa ardua per Alma, che farà di questa sfida il muro portante del suo matrimonio con lo stilista.

Film sicuramente più accessibile se messo a confronto con il penultimo Vizio di forma, Il filo nascosto sigla un tacito accordo con lo spettatore: la consapevolezza concreta che la storia che andrà a vedere sfiderà ogni ragionamento umano nel cercare di trovare una spiegazione logica al comportamento dello stilista. Paul Thomas Anderson realizza un film sì più accessibile, sia per trama che per cast di attori (tutto gira attorno a questi tre personaggi), ma non semplice, anzi, potrebbe essere assieme a The Master uno dei suoi più complicati nel cercare di affrontare, nuovamente, il tema del doppio, del rapporto tra due esseri viventi, che siano due amici, due colleghi o in questo caso, il rapporto tra moglie e marito e dei macabri misteri che possono nascondersi dietro un matrimonio apparentemente idilliaco.