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Hunger Games: la ragazza di fuoco

2013
Titolo Originale:
The Hunger Games: Catching Fire
REGIA:
Francis Lawrence
CAST:
Michael Arndt
Simon Beaufoy

Il nostro giudizio

Hunger Games: la ragazza di fuoco è un film del 2013, diretto da Francis Lawrence.

Secondo capitolo della trilogia letteraria scritta da Suzanne Collins. Una nazione intera di schiavi, anestetizzati da un reality show cruento, finalmente comprende che, in barba alle regole del gioco, a vincere saranno sempre gli oppressori. Katniss Everdeen è ancora in mano al dittatore che se ne serve per manipolare le masse. Verrà spedita nuovamente nell’arena insieme ai vincitori delle precedenti edizioni, come ennesimo atto di forza.

«La sorte non è mai a nostro favore». Katniss e Peeta intravedono questa scritta per un battito di ciglia, impegnati nel loro Tour della Vittoria per i distretti di Panem, e intuiscono che qualcosa, dopo gli ultimi Hunger Games, sta cambiando davvero. Il secondo capitolo della trilogia letteraria scritta da Suzanne Collins (che in pellicola diventerà una quadrilogia: l’ultimo libro, Il canto della rivolta, sarà diviso in due film) sembra rifare tutto da capo, ma allarga lo sguardo e lo schermo, sottolineando (forse inconsapevolmente) un sottotesto politico che non t’aspetti.

Una nazione intera di schiavi, anestetizzati da un reality show cruento, finalmente comprende che, in barba alle regole del gioco, a vincere saranno sempre gli oppressori. Intanto, il corpo di Katniss Everdeen, più televisivo che mai, è ancora oggetto in mano al dittatore per manipolare le masse: prima utilizzato come sedativo rassicurante (grazie alla fittizia storia d’amore con Peeta), poi scagliato nuovamente nell’arena insieme ai vincitori delle precedenti edizioni, come ennesimo atto di forza. Dopo un cambio alla regia (Francis Lawrence rinuncia alla camera a mano e filma tutto in modo più pulito e solenne) e un considerevole aumento di budget,

La ragazza di fuoco intrattiene per quasi 2 ore e mezzo senza annoiare, nonostante ripercorra passi già noti. È un’opera per fan, più solida e interessante di altre saghe per teenager, ma incapace di problematizzare davvero gli spunti critici che sottendono la trama. A conti fatti, la scintilla più luminosa è ancora lei, Katniss Everdeen, una protagonista potente grazie soprattutto ai chiaroscuri: quello che tutti scambiano per coraggio è istinto di sopravvivenza, quello che credono idealismo è impulsività. È lei ad aggiungere al quadro un po’ di complessità.