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Hotel

2004
Titolo Originale:
Play motel
REGIA:
Jessica Hausner
CAST:
Franziska Weisz (Irene)
Birgit Minichmayr (Petra)
Marlene Streeruwitz (Mrs. Maschek)

Il nostro giudizio

Prima di Lourdes, Jessica Hausner aveva diretto Hotel, un thriller intimista, difficilmente classificabile.

Prima di avvicinarsi al sacro e di raccontare la storia di Christine nel recente Lourdes, Jessica Hausner aveva già affrontato il profano con Hotel, un thriller intimista difficilmente classificabile che narra di Irene, receptionist neo-assunta, e degli strani avvenimenti che pian piano la circondano, apparentemente legati a una maledizione che infesta il bosco circostante, un tempo dimora di una strega, e causa della scomparsa della donna che lei stessa ha rimpiazzato. La storia si dipana attraverso tutti gli stilemi del genere horror/thriller: dal presagio che si rivela durante il sogno, alla porta che non deve essere aperta per nessun motivo; dal bosco che nasconde una maledizione, alla misteriosa sparizione di una persona. Ma l’esistenza o meno di una vera minaccia per la protagonista, cosa, insomma, nascondono quella porta o quel bosco, non sembra realmente interessare la Hausner. Il vero interesse della regista austriaca risiede infatti nell’osservare il privato del suo personaggio, indugiando sulle smagliature della sua psicologia.

L’utilizzo degli ambienti e della trama è quindi funzionale alla sola evoluzione di Irene: la fotografia iperrealista, il rosso ormai firma della regista, i colori vividi che non si mescolano e che disegnano ambienti minimali, sono tutti mezzi adibiti al solo scopo di rinchiudere il personaggio e di opprimerlo. L’uso anti-espressionista delle luci crea ambienti asettici, privi di imperfezioni, ma cela sempre un’ombra o una zona oscura che segue Irene in ogni ambiente dell’hotel; anche i personaggi secondari risultano privi di una vera caratterizzazione: sono dei tipi che trovano la loro funzione nello scatenare dubbi attorno e nella protagonista. Essere inclassificabili e giocare con i meccanismi del thriller e dell’horror senza mai dichiarare da che parte si sta può essere un pregio o un difetto, allo spettatore stabilirlo.
Ma sebbene Hotel si affacci al genere con uno sguardo curioso e proponga il suo punto di vista in un mercato sovraffollato in cui è lo spettatore stesso a porre il veto dell’omologazione a beneficio della fruizione, il rischio di inciampare è forte e di certo non aiuta a formare un opera matura ed indipendente. Il film sembra essere una prova generale, il tentativo di sviscerare un personaggio, Irene, ponendolo in una situazione limite (forse fin troppo) e di osservarlo dall’esterno con occhio da scienziato, per nulla adatto al genere in questione e ai meccanismi che esso automaticamente impone. Una visione più coraggiosa non avrebbe guastato, e Lourdes, il suo film successivo, e lì a suggerircelo.