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Hardcore!

2015
Titolo Originale:
Hardcore Henry
REGIA:
Ilya Naishuller
CAST:
Sharlto Copley (Jimmy)
Haley Bennett (Estelle)
Danila Kozlovsky (Akan)

Il nostro giudizio

Hardcore! è un film del 2016, diretto da Ilya Naishuller

Lo shockante abbaglio emozionale e sensoriale che si ha assistendo ai 95 minuti di Hardcore! non è tanto nella pressante estetica cinematografica di utilizzare una soggettiva sparata a mille, già presente nel videoclip dello stesso Ilya Naishuller Bad Motherfucker, ma nel perfetto equilibrio tra contenuto e immagini, che eleva la sopraffina tecnica di ripresa e sublima il genere action a (quasi) opera d’arte. Dopotutto ce ne sono a iosa di film che hanno utilizzato, interamente o solo in parte, questo virtuosistico espediente (dalla soggettiva mortuaria di Vampyr di Dreyer fino ai recentissimi POV, passando per il tentativo d’immedesimazione visiva totale in Una donna nel lago di Robert Montgomery), e anche in modo a volte migliore e originale (ad esempio il videoclip Smack My Bitch Up dei Prodigy).

Però, le abili e perigliose inquadrature di Hardcore! sono funzionali allo sviluppo della tonitruante trama “favolistica”, facendo precipitare lo spettatore nel vivo dell’operazione di “repulisti” a cui il protagonista Henry è costretto a partecipare. Hardcore! è il videogame “sparatutto” perfetto, trasposto degnamente al cinema, anche se le sue origini non sono tratte da un videogioco. L’estetica iperrealista adottata attinge molto di più da umori fumettistici pulp, come rimarcano le ultime scene, e non disdegna taglienti citazioni (e/o sfottò) cinematografiche del genere prettamente maschilista. Hardcore! è cinema “gonzo” nella forma e tamarro nell’atteggiamento in cui si rappresenta, e il rabbioso POV diviene una diligente e masochista assimilazione visiva della virulenta violenza (come mostrano in ralenti i “bondiani” e raffinati titoli di testa) di detto genere e della vita quotidiana.

Hardcore!, nel suo svolgersi vorticoso diviene un gioco visivo pseudo intellettualistico, ma che scorre rapidamente via attraverso le abbondanti ed esemplari iniezioni di ironia, che non fanno cedere la pellicola a serioso e mero prodotto action. È uno di quei rari casi cinematografici in cui c’è dell’anima (veramente sanguinolenta) nelle immagini realizzate e mostrate.