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Friedkin Uncut – Un diavolo di regista

2018
Titolo Originale:
Friedkin Uncut
REGIA:
Francesco Zippel
CAST:
William Friedkin
Wes Anderson
Dario Argento

Il nostro giudizio

Friedkin Uncut è un film del 2018, diretto da Francesco Zippel.

All’inizio di Friedkin Uncut – Un diavolo di regista, apprezzabile ritratto di carriera opera del documentarista italiano Francesco Zippel, il regista William Friedkin, ormai ottantatreenne, paragona tra loro “i due personaggi più interessanti della storia”, Gesù e Hitler. Uno ha portato in cielo le persone che ha incontrato e l’altro le ha portate giù all’inferno. C’è del buono e del male in tutti, conclude Friedkin malvagio, “anche in me”. Un’apertura sorprendente sulla mente brillante, spiritosa e originale di un uomo che non ha paura di fare salti non convenzionali. Presentato al Festival di Venezia, questo piacevole reportage mostra un maestro di Hollywood che ripercorre la sua carriera con lucido senno di poi e ironia. Zippel, che ha incontrato Friedkin durante le riprese del suo discusso documentario del 2017 Il Diavolo e padre Amorth, accede a una selezione consistente di estratti dai suoi film, intercalati con le intrusioni brillanti e amichevoli del regista dalla sua sontuosa casa di Hollywood. Zippel coinvolge molto la bella “famiglia cinematografica” che in qualche modo appartiene al mondo di Friedkin con commenti e complimenti, inclusi quelli di luminari come Francis Ford Coppola, Quentin Tarantino, Willem Dafoe, Matthew McConaughey, William Petersen ed Ellen Burstyn, dando un senso alla densa comunità cinematografica in cui Friedkin è accolto come uno dei registi più influenti degli anni ’70.

Figlio di emigranti ebrei dall’Ucraina, è cresciuto a Chicago e a 16 anni ha trovato lavoro nella mailroom di WGN-TV; ha iniziato a dirigere la TV in diretta a 18 anni, conoscendo il senso di potere procurato dal fare cinema quando ha girato il documentario del 1962 su un uomo di colore nel braccio della morte, The People vs. Paul Crump, che ha convinto il governatore dell’Illinois a commutare la condanna del prigioniero salvandogli la vita. Friedkin Uncut è coinvolgente quando parla dei suoi due primi successi, Il braccio violento della legge e L’esorcista, in cui esplode il tema del bene che lotta con il lato oscuro; in riferimento all’horror, Walter Hill menziona il rigore psicologico che Friedkin ha dato a “un lurido fumetto”, mentre la Burstyn racconta un aneddoto memorabile sulla co-star Max Von Sydow, che si era ripetutamente bloccato sulla famosa frase, “Il potere di Cristo ti obbliga! “. Come dice Tarantino, il casting rappresenta l’80% del successo di un film:illustrando la sorprendente autostima e la capacità di seguire le sensazioni da regista ispirato (“un dono del dio del cinema”) L’esorcista è anche la storia di come  Friedkin si liberò da un contratto con Stacy Keach e scommise sul commediografo Jason Miller per interpretare il giovane prete (Miller fu nominato come miglior attore non protagonista agli Oscar per questo ruolo).

Nel suo Il braccio violento della legge del 1971 (vincitore di cinque Academy Awards, tra cui miglior film e regista), inscenò la famosa caccia attraverso Brooklyn con macchine reali e persone reali, come nel cinema verità. Scattare era così pericoloso che Friedkin ha insistito per prendere la macchina fotografica e filmare da solo in un’unica ripresa, senza l’uso di effetti speciali. In Friedkin Uncut il regista racconta anche di come le prove siano per le femminucce e l’attrice Juno Temple conferma di essere una one-take girl – massimo due riprese, ma la prima è sempre quella buona. “Non sto cercando la perfezione”, dice Friedkin, che afferma modestamente di non avere alcuna percezione di se stesso come artista, ma piuttosto cerca la massima professionalità nel raccontare una storia. Vivere e morire a Los Angeles è rivisitato in divertenti interviste con le star Dafoe e Petersen, mentre Temple, McConaughey e Gina Gershon ricordano la commedia criminale del 2011 Killer Joe. Sorprendentemente, il film che Friedkin spera di ricordare è il suo sfortunato Il salario della paura (1977). Come gli dei del cinema avrebbero voluto, questo remake del film francese The Wages of Fear parlava di quattro uomini disperati che guidano due camion pieni di dinamite attraverso la giungla; uscito nelle sale appena una settimana dopo Star Wars, fu un vero flop. Tarantino è tra coloro che lo hanno rivalutato, definendolo uno dei più grandi film mai realizzati.