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Found

2012
Titolo Originale:
Found
REGIA:
Scott Schirmer
CAST:
Gavin Brown (Marty)
Ethan Philbeck (Steve)
Phyllis Munro (Mamma)

Il nostro giudizio

Found  è un film del 2012, diretto da Scott Schirmer

Il dodicenne Marty (Gavin Brown) è uno studente (quasi) modello, timido, introverso, fissato con i B-movie con mostri visibilmente gommosi, preso costantemente di mira dai compagni di scuola – vessato con appellativi come frocio e cazzino -, che sogna di pubblicare una graphic novel con il suo migliore amico David (Alex Kogin). Dopo l’ennesimo pugno nello stomaco ricevuto dai compagni, Marty scopre che il mostro non vive dentro di lui ma nella sua stessa casa: il fratello maggiore Steve (Ethan Philbeck), ancora più introverso e strano di lui. Entrambi sono figli di genitori assenti e distanti, quasi muti, che sembrano senza volto, come i genitori invisibili dei Peanuts, il ritratto della società americana, profondamente razzista e sessista. Cliché (quasi) viventi. Nessuno nel mondo di Marty è perfetto, anzi, sono tutti a modo loro dei mostri: la madre non ama il padre, il padre si trastulla con le riviste porno e odia i neri, e la violenza subita a scuola va accettata come norma. Il fratello maggiore Steve apre la strada della vendetta suggerendo al fratellino di reagire contro i compagni che altrimenti finiranno per schiacciarlo come una mosca.

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La scoperta di una testa di un cadavere, poi, conservata in una borsa di pelle e una VHS dal titolo “Headless” rubata in un video-store, faranno conoscere a Marty un mondo nuovo, marcio, che non aveva nemmeno visto nei film dell’orrore che i suoi cattivi genitori vogliono impedirgli di guardare. Found è la cronaca nera di un disfacimento famigliare e sociale, la rappresentazione gore della realtà e di un lato degli esseri umani che cercano invano di reprimere sogni di stupri e necrofilia. Scott Schirmer racconta la sua storia, tratta da un romanzo di Todd Rigney, con un approccio lento, attraverso la voce di Marty che introduce e segue passivamente tutta la vicenda, un approccio che ricorda il cinema di registi “indie” come Gregg Araki (Mysterious Skin) e Larry Clark (Kids, Ken Park) più che i classici registi del cinema horror. «La mia vita inizia a somigliare a un film dell’orrore. Ma chi è il mostro? Papà? Steve? Oppure sono io?» è una delle tante domande senza risposta che si pone Marty.

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Splendida la soundtrack ambient ed elettronica a cura di Magician Johnson, che dona alle sequenze più amare pathos e straniamento, mentre impregna le immagini di una bellezza crudele, quasi psichedelica nel suo ossessivo insinuarsi nella realtà orchestrata da Schirmer e Rigney. Quello di Scott Schirmer è un Arancia meccanica moderno e imperfetto, l’orrore estremo di una realtà americana, nemmeno poi così lontana dalla nostra (basta pensare ai fatti di Roma e al massacro compiuto da Marco Prato e Manuel Foffo nel 2016), il lato perverso della provincia fantasma. Ed è proprio ai fantasmi che sembra rivolgersi Marty nei suoi ultimi pensieri: «È lunedì e la scuola sta per iniziare, qualcuno noterà la mia assenza? Noteranno quella di papà al lavoro? Quella di mamma in ufficio? Mi chiedo quando verranno a casa per cercarli». I mostri non hanno occhi e ora lo sappiamo.