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Fahrenheit 451

2018
Titolo Originale:
Fahrenheit 451
REGIA:
Ramin Bahrani
CAST:
Michael B. Jordan (Guy Montag)
Michael Shannon (Capitano John Beatty)
Sofia Boutella (Clarisse McClellan)

Il nostro giudizio

Fahrenheit 451 è un film del 2018, diretto da Ramin Bahrani.

Vietato leggere. Questo il concetto alla base del romanzo Sci-Fi che ha ispirato Bahrani; scritto da Ray Bradbury e pubblicato nel 1953 (niente meno che sulla nascente rivista Playboy), ambientato in una società distopica in cui possedere libri costituisce un reato perseguibile dai vigili del fuoco, incaricati di scovare e bruciare qualsiasi testo. Un principio preso alla lettera da Truffaut che, per evitare testi scritti, eliminò i titoli di testa dal suo Fahrenheit 451 (1966), sostituendoli con annunci vocali sullo sfondo di antenne televisive. Film per la tv prodotto da HBO, Fahrenheit 451 ha per protagonista Guy Montag (Michael B. Jordan), pompiere pupillo del suo superiore, Beatty (Michael Shannon), modello paterno e fervente sostenitore di un regime volto a distruggere libri  per evitare frustrazioni e tristezze causate dal libero pensiero. Sullo sfondo di una società iper tecnologica, Montag è amato e seguito in tempo reale da una schiera di followers mentre scova i ribelli del sistema e fa roghi con i loro libri.

Le sue convinzioni iniziano a vacillare quando incontra Clarisse (Sofia Boutella), una rivoluzionaria che nel tempo libero spaccia materiale culturale, frequentandola Montag inizia a farsi qualche domanda sulla società che sta servendo senza indugi. Se negli anni ’60 Truffaut metteva al centro della storia libri e televisioni, nella social-era in cui anche lo scemo del villaggio globale può sfoggiare una “cultura” a portata di click, non si può certo affidare solo a qualche testo il compito di promulgare il libero pensiero. Per questo motivo, nel remake di Bahrani, ad arrostire alla temperatura di 451 gradi Fahrenheit sono anche  computer, server e vecchi supporti analogici utilizzati dai ribelli per diffondere contenuti (i Kindle non sono contemplati…). Come se non bastasse in questa spaventosa società distopica che odia leggere e scrivere, esiste una sola rete internet controllata dal regime (la resistenza utilizza una sorta di Darknet) e i cittadini vivono in perenne stato narcotico, incollati a uno schermo, commentando video e fake news con emoticon a profusione (per fortuna si tratta di fantascienza!).

Come accadeva nel film di Truffaut, a risvegliare la coscienza di Montag è un’anziana che, stanata dai vigili del fuoco perché in possesso di centinaia di libri, decide di darsi alle fiamme insieme ai suoi cari volumi. Pur apprezzando il fatto che in Fahrenheit 451 i fireman siano diventati una sorta di YouTuber che, più o meno consapevolmente, uccidono la cultura, non vi è alcuna reale originalità, nemmeno nell’agognato finale che punta sulla sperimentazione genetica come ultima speranza. Non si riesce a immedesimarsi nella crescita interiore del protagonista, nella tensione dei disertori del sistema che per la cultura darebbero la vita, perché tutti gli elementi inseriti da Bahrani rimangono in superficie: il passato di Montag, il rapporto con Clarisse, la scoperta di una società segreta che opera contro il regime. Il risultato finale coincide con un episodio troppo lungo e non proprio riuscito di Black Mirror, farcito di fantascienza sociologica più una sporadica componente action. Sarà, forse, perché il più spiazzante dei futuri immaginabili è quello in cui i social verranno distrutti e i libri riaperti?