Featured Image

End of Justice – Nessuno è innocente

2017
Titolo Originale:
Roman J. Israel, Esq.
REGIA:
Dan Gilroy
CAST:
Denzel Washington (Roman J. Israel)
Colin Farrell (George Pierce)
Carmen Ejogo (Maya Alston)

Il nostro giudizio

End of Justice – Nessuno è innocente è un film del 2017, diretto da Dan Gilroy.

Los Angeles. Roman J. Israel (Denzel Washington) è un avvocato eccentrico che ha lavorato per decine di anni all’ombra del suo socio, più bravo a reggere la pressione nei tribunali. Forte sostenitori dei diritti civili, quando il socio muore, Roman dovrà fare i conti con la sua nuova vita, confrontarsi con George Pierce (Colin Farrell) che gli offre un lavoro in uno studio molto più prestigioso e in vista – uno di quelli che lavorano per i soldi – mentre al tempo stesso sogna di poter lavorare con Maya (Carmen Ejogo), che gli ricorda quella parte della sua vita da giovane studente di legge che viveva di pane e ideali senza un soldo in tasca. Un intricato caso di omicidio però farà vacillare le forti convinzioni di Roman, trovandosi a passare il Rubicone e toccare con mano quella parte di giustizia oscura e macabra. L’accoppiata Denzel Washington con il regista Dan Gilroy, che aveva firmato l’incredibile Lo sciacallo con Jake Gyllenhaal, sulla carta faceva ben sperare in un film dalle tinte fosche; con una base del genere, potere, avvocati, soldi e giustizia, era lecito aspettarsi un film non dissimile dai servizi pirata e notturni del suddetto, invece in modo del tutto sorprendente, Gilroy fallisce proprio in un compito facilissimo: dare ritmo a un film comunque molto intrigante per la scrittura, meno per la messa in scena.

Il Roman Israel di Washington è un personaggio lontanissimo dai classici standard cinematografici di avvocati di rango a cui siamo stati abituati, mostrandosi come una persona sola, fragile, così incorruttibile nella sua missione di far quadrare sempre il motto “la legge è uguale per tutti” che minuto dopo minuto si arricchisce di una forte morale per cui comprendiamo perfettamente le motivazioni e le azioni folli dello stesso. Poi succede qualcosa che è difficile decifrare, ma neanche necessario per la comprensione delle azioni: i soldi che cominciano a scarseggiare, la voglia di vivere il bello della vita, la necessità di piacersi per farsi piacere agli altri, tutto questo porteranno Roman non tanto a cambiare radicalmente, sarebbe stato poco coerente, ma semplicemente prende un assaggio di qualcosa che non ha mai provato, cercando di filtrare il più possibile la sua rigidità morale. Se Lo sciacallo affrontava in un modo del tutto particolare la parabola di un lavoro che veniva a mancare e quindi la necessità di reinventarsi, anche al limite della legge, End of Justice – Nessuno è innocente invece incarna nei suoi protagonisti tutte quelle certezze che negli anni hanno annientato o salvato il popolo americano, a partire dall’elemento cardine del successo politico ed economico del paese: la contraddizione.

Esattamente come il film vuole parlare di questo – notevole sarà l’evoluzione del personaggio di Colin Farrell nell’epilogo – la resa finale non riesce però a rendere giustizia a una sceneggiatura ricca, pregna di significati che vanno oltre la semplice apparenza, ma tutto avviene in modo disconnesso, quasi fin troppo banale. Si palesa la mancanza di un elemento, un collante che riesca a tenere End of Justice – Nessuno è innocente in piedi per le più di due ore di minutaggio, ingiustificato per le finalità della pellicola. Denzel Washington si conferma attore di una bravura eccelsa, ma da solo non basta a salvare un prodotto che sembra non avere alcun tipo di bussola, trovandosi a navigare in un mare – in tempesta – di mediocrità.