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Dracula Untold

2014
Titolo Originale:
Dracula Untold
REGIA:
Gary Shore
CAST:
Luke Evans (Vlad III di Valacchia)
Sarah Gadon (Mirena)
Charles Dance (Maestro Vampiro)

Il nostro giudizio

Dracula Untold è un film del 2014 diretto da Gary Shore

La Universal ci riprova, e con Dracula Untold tenta nuovamente di rilanciare i suoi mostri sacri degli anni ’30. Già ci aveva provato con Van Helsing di Stephen Sommers (2004), clownesco mash­up di lupi mannari, vampiri e il mostro di Frankenstein in salsa steampunk, poi con Wolfman di Joe Johnston (2010), remake del classico con Lon Chaney Jr.: tutti blockbuster milionari, tutte mezze delusioni al botteghino. Questa volta alla Universal puntano sul sicuro, un blockbusterone con tutti i crismi, di quelli fatti per accontentare chiunque, o meglio non scontentare nessuno.

I primi vagiti di Dracula Untold sono del 2007, con il titolo provvisorio Dracula: Year Zero, Alex Proyas alla regia e Sam Worthington protagonista (poi scartati entrambi perché troppo costosi). Alla Universal se ne riparla solo nel 2012, quando il progetto viene affidato al regista esordiente Gary Shore: l’idea che dovrebbe rendere originale il film sta nel concentrarsi sulla figura di Vlad III Tepes, l’Impalatore, l’uomo che ispirò Stoker per il suo classico, e raccontare le sventure che lo hanno portato a diventare Dracula. Tipo Batman Begins, iconograficamente tirato in ballo dalle locandine rilasciate, che paiono fotocopie di quelle del film di Nolan.

Ma ciò che infastidisce davvero è come il Vlad realmente esistito sia stato ripulito di ogni suo lato morboso e presentato come un eroe onorevole che diventa vampiro per amore della famiglia e del suo popolo, vittime dei soprusi del sultano turco Mehmed (ovvero Maometto). Di impalamenti, ad esempio, neanche l’ombra, a meno che non si tratti di infilzare un altro vampiro o, semplicemente, di evocare a parole le crudeltà che in passato fecero la fama di un Vlad redento. L’hobby preferito di Vlad, tanto da ispirarne il soprannome, in Dracula Untold non trova quindi spazio. Non che gli impalamenti siano necessari, ma vantarsi di prendere spunto da un personaggio storico per poi svuotarlo dei suoi aspetti negativi non porta a niente di buono. Ringraziamo per questo gli sceneggiatori Matt Sazama e Burk Sharpless, anche per una trama che viaggia tra l’ovvio e il ridicolo: il sultano turco Maometto II (Dominic Cooper) esige un tributo di 1000 ragazzi al voivoda (principe) di Valacchia Vlad Tepes (Luke Evans), che rifiuta scatenando una guerra. L’esercito ottomano è immenso, la situazione disperata: a Vlad non resta che scalare un’impervia montagna, dove si dice dimori un grande potere oscuro, ovvero il folle imperatore romano Caligola diventato il vampiro supremo (Charles Dance). Convinto che «certe volte il mondo non ha bisogno di eroi, certe volte ha bisogno di mostri», Vlad si lascia vampirizzare, diventa tostissimo e fracassa in solitaria le truppe turche fino ad arrivare a Maometto II in persona. Nel frattempo, Mirena (Sarah Gadon), la moglie di Vlad, vive con malcelata inquietudine i nuovi poteri del marito, e anche la plebaglia per cui si è maledetto comincia a non vederlo di buon occhio. È stata girata anche una parte riguardante la strega Baba Yaga, ma Shore all’ultimo ha preferito tagliarla perché estranea alla storyline.

Nonostante l’argomento, Dracula Untold non è un horror. È un dark fantasy più o meno per famiglie, con un bel po’ di scene action edulcorate e un botto di computer grafica. Vi si percepisce un clima incredibilmente serioso e convinto, che tra tormenti da melodrammone e la semi agiografia di un Dracula incompreso che si sacrifica per il bene della comunità, porta il rischio di ridicolo involontario a livelli altissimi. Certo, se volete confidare sull’aspetto spettacolare del film fatevi pure avanti. Troverete picchi impervi e paesaggi alla Signore degli anelli e truppe ottomane sgominate dalla nube di pipistrelli in cui si trasforma Dracula. Ma vedere il Principe delle Tenebre mutato come se niente fosse alla stregua di un supereroe, è un insulto a tutti coloro che credono che la forza del mito e il rispetto per la tradizione significhino ancora qualcosa.