Featured Image

Demon

2015
Titolo Originale:
Demon
REGIA:
Marcin Wrona
CAST:
Itay Tiran (Piotr 'Pyton')
Agnieszka Zulewska (Zaneta)
Andrzej Grabowski (padre di Zaneta)

Il nostro giudizio

Demon è un film del 2015, diretto da Marcin Wrona.

Piotr (Itay Tiran) e Zaneta (Agnieszka Zulewska) decidono di convolare a nozze in una casa appartenuta agli avi della ragazza. Durante i lavori di ristrutturazione Piotr scopre uno scheletro sotterrato nei dintorni, fatto che lo sconvolge oltre la normalità. Avvelenato da visioni che non riesce a comprendere, dovrà confrontarsi con la nuova famiglia durante la lunga notte di celebrazione del matrimonio. Ambiguo e allusivo, Demon si apre con la panoramica di una cittadina polacca semi-abbandonata, attraversata da una scavatrice diretta verso un terreno da rendere di nuovo edificabile; nel mentre un battello scorre sulle acque di un fiume dove alcuni sommozzatori stanno recuperando qualcosa dal fondale, presumibilmente un cadavere. Un futuro ipotetico da costruire sulle macerie di quanto è già stato e i segreti gettati nel regno dei morti che ritrovano la loro strada verso la superficie: fin dalla scena di apertura il regista polacco Marcin Wrona offre una chiave di lettura al suo film, una potente e dolorosa metafora sull’incapacità del presente di realizzarsi a causa dei fardelli che su di esso sono stati scaricati dal passato.

dentro 1

La prospettiva scelta da Wrona, aiutato nella stesura della sceneggiatura da Pawel Maslona, è quella del proprio paese di origine, dove xenofobia, patriarcato e rifiuto della memoria storica si traducono in una cecità nei confronti della complessità delle dimensioni che compongono i nostri tempi. Nucleo narrativo del film è la celebrazione di un matrimonio, rito di passaggio tra vecchio e nuovo che però si arresta e si paralizza sul limen, trasformandosi presto in una carnevalata macabra dove sfilano miserie e colpe di un’intera società. Incrociando horror, dramma e addirittura sfumature da commedia, Demon utilizza fondamentali di vari generi, ma va oltre il pastiche, pur cedendo di tanto in tanto alla tentazione di utilizzare topoi talmente semplificati da sfiorare lo stereotipo. Quest’ultimo aspetto lo si riconosce soprattutto nella componente horror del film, polanskianamente risolta come un mistero nascosto sotto un velo molto sottile della quotidianità, che si rivela alla vittima designata attraverso apparizioni fugaci e allusioni indecifrabili.

dentro 2

La qualità migliore del mosaico ideato da Wrona risiede nel saper ribaltare la percezione di alcuni di quei fondamentali di genere, rivestendo il contesto di una patina di desolazione e dilatando progressivamente la narrazione. La complessità di Demon va di pari passo, volutamente e inevitabilmente, con il suo essere una storia irrisolta, aperta a molte interpretazioni, e anche per questo definitiva. Purtroppo il film è anche il capitolo conclusivo della breve carriera di Marcin Wrona, che il 19 settembre 2015, a quarantadue anni e ad appena cinque giorni dalla premiere statunitense di Demon, ha deciso di togliersi la vita. Il fatto getta senza dubbio una luce sinistra su un film già di per sé privo di speranza, ma non deve indurre alla tentazione di vederci a tutti i costi un’opera maledetta. Rende più giustizia al suo autore considerarlo il testamento di un regista ormai maturo e capace, nonostante tutto, di una grande lucidità.