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Deadpool 2

2018
Titolo Originale:
Deadpool 2
REGIA:
David Leitch
CAST:
Ryan Reynolds (Wade Wilson/Deadpool)
Josh Brolin (Nathan Summers/Cable)
Morena Baccarin (Vanessa)

Il nostro giudizio

Deadpool 2 è un film del 2018, diretto da David Leitch.

Per lanciare il film in Italia, hanno mandato Ryan Reynolds e Josh Brolin a gigioneggiare con Milly Carlucci, nel tv show del sabato sera più amato dagli ultracentenari. Ai più è sembrato un clamoroso errore nella scelta del target, solo alcuni hanno capito che quella della Marvel è stata una scelta dadaista, perfettamente in linea con il più terminale dei supereroi. Deadpool infatti è sopra le righe, nel senso che non ha un preciso pubblico di riferimento: è splatter e sboccato, quindi dovrebbe essere amato dai più grandicelli, ma alla fine non risulta più osceno di una qualunque canzone ital-trap amata dai ragazzini. Non si può non amare Deadpool, costretto dalla saturazione del Marvel Cinematographic Universe ad alzare sempre l’asticella, a cavalcare il politicamente scorretto, il socialmente scorretto, il visivamente scorretto, e nello stesso tempo a sparare a salve, perché l’obiettivo resta mungere la mucca del box office, non di sovvertire il sistema. Siamo, cioè, al di qua dei confini dei territori battuti con successo da fenomeni quali Kick Ass e Super.

Nonostante i freni già evidenziati, questo Deadpool 2 centra il bersaglio: è un film di azione, veloce, ultraviolento, coinvolgente. E corale, perché al giorno d’oggi sembra che un solo supereroe non riesca a reggere il peso di una sceneggiatura intera – figuriamoci allora se può salvare il mondo -, quindi va coadiuvato da altre figure istituzionali, quali Fenomeno e Colosso dagli X-Men nella fattispecie, e da un manipolo di personaggi tanto rifaldi quanto esilaranti, quali una combattente superfortunata, un vomitatore corrosivo, un bolso impiegato in cerca di avventura. Tutto è amalgamato con l’aggiunta di due villain pro tempore: un cyborg proveniente dal futuro, braccio bionico e cuore d’oro, e un ragazzino mutante, orfano-obeso-abusato, cui prudono le mani in modo ultra distruttivo. Deadpool 2 è originale quanto una sarabanda di derivazioni, tutte evidentissime: per restare al passato recente, ha il brio e i toni del primo Kingsman. Per tornare indietro nel futuro, è pieno di riferimenti urlati a Robocop, a Terminator, a millanta altri film del decennio glitterato, che gli stessi protagonisti citano didascalicamente, ad usum dei meno scolarizzati tra gli spettatori. Non mancano gli inserti romantici, che guardano direttamente al trashcore di Ghost.

Deadpool 2, specie di fronte all’enorme tedio propinatoci da Thanos Seduto e Avengers stramazzati, è una boccata d’ossigeno, di adrenalina, di divertimento. Grande merito va al regista David Leitch, mestierante con un passato professionistico nel mondo delle arti marziali, che ha tratto mirabilie spettacolari da un budget relativamente limitato. Il budget, già: pare che, per scelta artistica di Reynolds, debba essere molto inferiore a quello di una normale produzione Marvel, si dice che si aggiri sui 60 milioni di euro, ma le fonti sono discordanti. Quel che è certo, è che una somma del genere limita l’uso massiccio della CGI, a vantaggio di coreografie reali di mazzate e megascontri, con un sapore rocambolesco d’antan, quasi si assistesse alle eoriche gesta di Buster Keaton, o alla rappresentazione in carne e ossa di un fumetto di culto. Quale, appunto e con merito, è Deadpool.