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Dead set

2008
REGIA:
Charlie Brooker
CAST:
Chizzy Akudolu
Shelley Conn
Raj Ghatak

Il nostro giudizio

Tutti zombi, tranne i concorrenti reclusi nella casa del Grande Fratello. Ecco l’idea che Charlie Brooker ha sviluppato in Dead set questa sorta di mini-serie orrorofica, a metà strada fra telezombi e fantareality, andata in onda sul canale inglese E4.

Gli zombie, si sa, sono contagiosi: una volta morsi, si diventa rapidamente come loro. Mentre il morbo dilaga trasformando la popolazione inglese in questa nuova razza decerebrata e sbavante, sei ragazzi cercano di sopravvivere, chiusi in una casa. La più spiata del paese: quella del Grande Fratello. Dead Set (2008) nasce da un presupposto tanto semplice quanto intrigante: la Terra è colpita da un morbo misterioso che trasforma gli umani in zombie. I soli a salvarsi – isolati dal mondo per 100 giorni – sono i concorrenti del Grande Fratello. Chiaro ed immediato, l’innesco sviluppa fin dai primi istanti il gioco metaforico su cui verrà costruita la narrazione: lo zombie, decerebrato a causa del morbo, è simulacro del telespettatore, “inebetito” (lui) non dall’incurabile malattia, ma dai nefasti effluvi della tv. Il tema grottesco della serie, allora, scaturisce quando i “ragazzi” – superficiali per esigenze di audience – incontrano Kelly prima, e Patrick poi.

Assistente di regia lei, regista del programma lui, il confronto di “chi fa la tv” con i chi la subisce (i concorrenti) fa emergere l’assurdità dell’apparire televisivo. Se non altro perché il mondo, fuori, sta per finire. Eppure, il valore non-sense della serie non è basato sulla critica alla personalità dei concorrenti, bensì sull’approccio ottusamente elitario di chi considera la tv come “spazzatura”. Interessante paradosso, a rappresentante tale superbia intellettuale è proprio il regista (Patrick), potente emanazione di quel Grande Fratello che tutto vede e tutto giudica, eppure personaggio stanco e logorato dall’estenuante banalità dei ragazzi.Il serial, per quanto breve – solo cinque episodi da circa venti minuti ciascuno – racconta allora in un modo incisivo e catastrofista le idee ed i contrasti fra i quali la tv moderna nasce e prolifera: superficialità, vouyerismo, superbia, disprezzo. Il tutto condito da una vena fortemente gore, estremizzata per creare quella visione disturbante che è il vero marchio di fabbrica del prodotto.
Una parola va poi spesa a favore della sceneggiatura: data la brevità del serial, il rischio di sviluppare un banale sparatutto era considerevole. Al contrario i personaggi, curati e delineati con dovizia, risultano sempre capaci di descrivere il clima della serie e la drammaticità del lento (ma inevitabile) abbandono della speranza. Dead Setdunque, si colloca a fianco dei grandi serial d’oltre oceano come un prodotto diverso, semplice ma comunque incisivo, quasi impressionista, capace di costruire una bella storia, e di riflettere su temi importanti della nostra contemporaneità, utilizzando la metafora degli zombie, che da La notte dei morti viventi in poi si è rivelata sempre adatta a raccontare malesseri, paure ed alienazioni della nostra contemporaneità.