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Damned by Dawn

2009
Titolo Originale:
Damned by dawn
REGIA:
Brett Anstey
CAST:
Renee Willner (Claire)
Bridget Neval (The Banshee)
Dawn Klingberg (Nana)

Il nostro giudizio

Damned by Dawn: un fantasma che si aggira, misterioso, nei luoghi del dolore, nella più nera solitudine. 

Cuori nella tormenta. Claire raggiunge con il fidanzato Paul la magione rurale del babbo. Vuole salutare, forse per l’ultima volta, la vecchia Nana, una canuta signora costretta a letto dalla malattia. La donna è serena, ma all’orecchio della giovane bisbiglia frasi misteriose e senza senso, facendo riferimento ad una entità che la dovrebbe venire a prendere di lì a poco. Lo spettatore sospetta subito che nei dintorni della casa, perennemente avvolta dalla nebbia, si agiti un fantasma dalle sembianze femminili. Poi, dopo un po’, sente distintamente che non esattamente di uno spettro ectoplasmatico si tratta, ma di una creatura urlante, pronta a scatenare l’inferno.

Pur essendo ambientato in Australia, Damned by Dawn rispolvera uno dei più interessanti miti celtici, quello della Banshee, lo spirito femminile che grida lamenti strazianti. Rispetto alla tradizione che la vuole eterea, il regista Brett Anstey, anche sceneggiatore, descrive la sua Banshee come una fluttuante strega mostruosa con gli occhi che grondano sangue. E intorno le costruisce un immaginario posticcio fatto di morti viventi e scheletri volanti (in digitale) che fanno un po’ ridere i polli. Perché un horror così modesto sia finito nel tritacarne di un festival come quello di Torino è sorprendente, perché davvero, a parte qualche spavento a comando, non si capisce cosa possa minimamente interessare.

La Banshee che si aggira per la casa stregata aprendo le porte (!), o che svolazza tra gli alberi come appesa a un filo, strappa qualche sorriso imbarazzato e fa pensare ad una confezione più che ambiziosa, presuntuosa. Le continue, estenuanti soggettive divoranti tra i boschi e la nebbia (finta) vorrebbero forse omaggiare il demone sumero di La casa di Sam Raimi ma manca totalmente il respiro naif che rendeva quello sguardo affascinante.

Damned by Dawn sarebbe un normale prodotto straight to video e invece lo ritroviamo in selezione nel secondo principale festival d’Italia. Questo è l’unico mistero.