Featured Image

Il Culto di Chucky

2017
Titolo Originale:
Cult of Chucky
REGIA:
Don Mancini
CAST:
Fiona Dourif (Nica Pierce)
Alex Vincent (Andy Barclay)
Summer H. Howell (Alice Pierce)

Il nostro giudizio

 Il Culto di Chucky è un film del 2017, diretto da Don Mancini

La paraplegica Nica Pierce (Fiona Dourif), dopo essere stata arrestata e accusata di essere l’assassina della madre e dell’intera famiglia di sua sorella Barb, viene rinchiusa per quattro anni in un manicomio criminale. Intanto Andy (Alex Vincent), il bimbo perseguitato da Chucky nei primi tre film, ormai quarantenne, ha una vita sfigata e si diverte a torturare la testa della bambola in tutti i modi possibili. Fiona, dopo buoni risultati con la terapia del Dr Foley (Michael Therriault), viene trasferita in un bel posticino lindo e in mezzo al nulla, dove i matti vanno in giro a piede libero. Foley cerca di convincerla che Chucky è solo frutto delle sue pulsioni omicide e che sia stata davvero lei a sterminare la sua famiglia. Non ci vuole molto perché  il bambolotto, oggetto di una strana terapia ideata da Foley, si presenti ai vari pazienti della struttura, scatenando pian piano la solita mattanza al quale ci ha abituati da ben 6 capitoli.

dentro 2

Dopo aver esordito alla regia nel 2004 con Il figlio di Chucky e aver dato prova della sua maturità in La maledizione di Chucky (2013), Don Mancini, l’autore di tutti i soggetti della saga della bambola assassina, torna alla regia in un sequel soprannominato da lui stesso Chucky on Drugs. In questo nuovo capitolo Mancini si diverte a girare scene impossibili, eleganti e barocche, con prospettive argentiane, split screen alla De Palma (tecnica già sperimentata nel suo sequel d’esordio), in compagnia di una fotografia spettrale e di un gusto splatter piuttosto fulciano, dove il bianco dominante della follia contrasta con il rosso del sangue. Scelta più che azzeccata, visto che Il Culto di Chucky è probabilmente l’episodio del franchise con più sangue e frattaglie, dove gore e allucinazioni si alternano a personaggi ben delineati (il personaggio della Dourif su tutti e quello della tettuta Jennifer Tilly, sempre nel cultissimo ruolo di Tiffany). Menti fragili e allo stesso tempo colpevoli, dove l’innocenza rappresentata dalla bambola lascia spazio alla fragilità della mente umana, vulnerabile e perversa.

dentro 1

Il Culto di Chucky è un direct-to-dvd ben realizzato e affascinante, divertente e pieno di sorprese, ma destinato a dividere le due fazioni dei fan del killer di plastica (quelli che amano la horror comedy di La sposa e Il figlio di Chucky, e quelli che amano la prima trilogia puramente horror dei Child’s Play). Rispetto ai precedenti film diretti, e dopo il lavoro di scrittura per le serie Hannibal e Channel Zero, Mancini appare qui più disinvolto e padrone dei suoi strumenti. Si diverte a trollare i fan – e forse anche la sua casa di produzione, Universal, per il nichilismo con cui tratta la sua creatura – inserisce riferimenti storici alla saga – occhio alla scena post-credits! – stravolge le regole e cita numerosissimi film (Inception, Shutter Island, Qualcuno volò sul nido del cuculo e persino L’esorcista). Finale a sorpresa che strizza l’occhio a un altro ipotetico sequel, dove Fiona omaggia apertamente chi ha dato voce al suo peggiore incubo di plastica, l’insostituibile papà e outsider di Hollywood, Brad Dourif.