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Creep 2

2017
Titolo Originale:
Creep 2
REGIA:
Patrick Brice
CAST:
Mark Duplass (Aaron)
Desiree Akhavan (Sara)
Karan Soni (Dave)

Il nostro giudizio

Creep 2 è un film del 2017, diretto da Patrick Brice

Cosa succede a un serial killer in crisi di mezza età? Il piacere di uccidere viene meno, si perde passione, ci si domanda cosa stia accadendo al proprio io più profondo. Questa è la chiave di volta di Creep 2, sequel dell’omonimo film datato 2014, sempre scritto da Patrick Brice e Mark Duplass. La coppia prosegue il discorso iniziato qualche anno fa, utilizzando nuovamente il found footage e, da questo punto di vista, richiedendo quindi allo spettatore una complicità essenziale per godersi appieno l’opera. Al limite tra movimento mumblecore e film low-budget, vista la produzione di casa Blumhouse, il film riprende la vita dell’assassino interpretato da Duplass che, disorientato, cerca un modo per tornare a percepire il gusto dell’omicidio. Lo trova in Sara (Desiree Akhavan), creatrice di documentari postati su YouTube e puntualmente snobbati. La ragazza, spulciando Craigslist, legge l’annuncio di Josef, che per l’occasione ha assunto il nome dell’ultima vittima, Aaron, e si convince possa essere la sua fortuna conoscerlo e documentarne la vita.

Creep 2-1

Affermiamolo subito, a scanso di equivoci: Creep 2 non è creato per spaventare, bensì per inquietare. E, in questo, i due sceneggiatori si sono superati, andando oltre la bellezza indie del primo capitolo, pur giocando su basi opposte. Se in Creep, infatti, il nostro serial killer costruiva la sua relazione con la vittima a suon di menzogne, qui è totalmente chiaro e limpido fin dall’inizio: «I am what is commonly known as a serial killer», dichiara parlando a Sara e aggiunge «it was my religion, now it’s like a job». Ed è esattamente su tali affermazioni che lavorano i due sceneggiatori, sull’incertezza suscitata dalla situazione, sul dubbio che le parole e i gesti di Aaron sollevano, minando così la sicurezza dello spettatore conscio, a un certo punto, di trovarsi davanti a qualcosa di conturbante. E Sara è proprio lo specchio di quello spettatore, incredula di fronte alle storie di un presunto serial killer che vengono però raccontate con tale, disarmante, sincerità e naturalezza da divenire ansiosamente possibili. A partire dalla prima dichiarazione dell’uomo, l’evoluzione del loro rapporto è giocata sulle domande: quanto di quello che sta dicendo è vero? Sara sta realmente accettando le sue stramberie? Lui vuole ucciderla? Ogni domanda è un passo in avanti, sempre visto attraverso l’occhio della videocamera della ragazza, capace di mettere a nudo, non solo metaforicamente, l’ambiguità psicologica di Aaron.

Creep 2-2

Un Aaron che Duplass tratteggia meravigliosamente, sornione, tanto innocente quanto folle, sempre in bilico tra il grottesco e l’inquietante, in un lavoro di scrittura che, in modo ancora maggiore rispetto al primo capitolo, risulta minimale e aperta all’improvvisazione totale. Un elemento che, tuttavia, non deve trarre in inganno: Brice ha sempre il pieno controllo della creatura che sta dirigendo. E il divertimento con cui entrambi portano avanti il film è palese, muovendosi tra scene di humour nero e altre più angoscianti, per non definirle creepy. In Creep 2 tutto è al posto giusto, curato e ben gestito, a dimostrazione di come spesso, avendo ottime idee, si possano creare piccoli gioielli con un budget risicato. La maschera da licantropo torna a ululare, in un sequel davvero all’altezza delle aspettative.