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Charlie Says

2018
Titolo Originale:
Charlie Says
REGIA:
Mary Harron
CAST:
Matt Smith (Charles Manson)
Suki Waterhouse (Mary Brunner)
Hannah Murray (Leslie Van Houten)

Il nostro giudizio

Charlie Says è un film del 2018, diretto da Mary Harron.

Fino all’ultimo respiro, esalato a Bakersfield il 19 novembre 2017, ha fatto parlare di sé. Charles Manson, in attesa del prossimo film a lui dedicato da Quentin Tarantino, torna a far discutere a Venezia 75 con Charlie Says, il controverso noir di Mary Harron di American Psycho (1999). La regista canadese ritrae uno spaccato della vita del serial killer più conosciuto degli ultimi 40 anni che si credeva un incrocio tra Gesù e Satana e sognava di diventare famoso come i Beatles. Nella realtà, e nel film della Harron, sembra diventarlo veramente, quando conosce Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys che dà un passaggio a due adepte. Il film non rende giustizia, al di là del bene e del male, al profilo psicopatologico di un personaggio del suo calibro, noto alla cronaca per i massacri che faceva commettere ai seguaci della sua Family. Il protagonista, interpretato da Matt Smith, la star di Doctor Who, viene descritto in una dimensione più country che diabolica. Tutto ruota intorno a  tre ragazzine della Manson Family, Leslie “Lulu” Van Houten (Hannah Murray), Patricia “Katie” Krenwinkle (Sosie Bacon) e Susan “Sadie” Atkins (Marianne Rendon), corresponsabili di furti e di omicidi ordinati da “Charlie”, perché “Charlie dice” . Figlie dei fiori alla corte di Manson, le ragazze fanno a gara per accondiscendere ogni desiderio di quello che si autodefinisce il loro vero padre. Per garantire l’allegra permanenza del gruppo nel ranch, dove la Family vive, si prodigano a fare sesso con chiunque comprese le pugnette al vecchio proprietario cieco davanti alla televisione accesa.

Oppure, per distrarre un giovane cameriere mentre razziano gli scarti di un ristorante del paese, su ordine di Manson, una delle ragazze lo delizia con un efficace blowjob, dietro un cassonetto della spazzatura. Anche gli ospiti del ranch godono senza grossi problemi delle prestazioni sessuali. Tette al vento e fiche rigorosamente non rasate, come in uso negli anni ‘70, la fanno da padrone. Eros e Thanatos sono i due totem intorno ai quali gli adepti vengono educati da “Charlie” non solo al sesso libero, ma soprattutto alla violenza gratuita. Come “Charlie dice”. Il film ripercorre il blitz sanguinario del 9 agosto 1969 nella villa di Cielo Drive a Bel-Air, Los Angeles, quella in cui avevano abitato Cary Grant, Henry Fonda e di proprietà di Terry Melcher, produttore musicale figlio di Doris Day che, guarda caso, si era rifiutato di promuovere la carriera artistica di Manson. La villa, in quel periodo, è affittata a Roman Polanski e a sua moglie Sharon Tate, incinta di otto mesi. Quella notte maledetta il regista è ancora a Londra per le riprese di Rosemary’s Baby, come in una diabolica coincidenza. L’attrice, in compagnia di amici, viene massacrata mentre implora di non morire per salvare il bambino che porta in grembo e letteralmente squarciata, nel salotto di casa, da 16 fendenti per mano dei sanguinari di Manson. Sulla porta della villa, scritta col sangue, la parola “Pig”, maiale. Le seguaci della Family, prima di essere arrestate, uccidono altre due persone a colpi di forchettone: l’imprenditore Leno LaBianca, nel cui stomaco lasciano conficcata l’arma e sua moglie Rosemary, trafitti con una ferocia inaudita da ottanta fendenti.

Tutto questo perché “Charlie dice” ovvero il mantra che ripetono ossessivamente le assassine condannate alla pena di morte in seguito convertita in ergastolo. L’analisi degli infami delitti perpetrati dalla Manson Family avviene attraverso gli occhi di Karlene Faith (Merritt Wever), psicologa che lavora in carcere con le tre giovani entrate a far parte della setta. Il film è una narrazione incentrata sul tentativo da parte di Karlene di rieducarle e sulla loro trasformazione, mentre lentamente comprendono l’efferatezza dei crimini commessi. La tradizione mansoniana sarà tramandata da Quentin Tarantino con Once Upon a Time in Hollywood, ambientato nel1969 e in uscita il 26 luglio 2019. Del film non è ancora stata girata una sola immagine, eppure il regista premio Oscar ha saputo trovare il modo per scatenare la curiosità del pubblico. Perché il solo nome di Tarantino infiamma più di qualsiasi anteprima. “Gli attori protagonisti, Leonardo DiCaprio e Brad Pitt, saranno la coppia di star più eccitante dai tempi di Paul Newman e Robert Redford” in Butch Cassidy, assicura il regista. Qualsiasi altro dettaglio sul film è tenuto accuratamente nascosto.