Featured Image

Channel Zero: Candle Cove

2016
Titolo Originale:
Channel Zero: Candle Cove
CAST:
Paul Schneider (Mike Painter)
Fiona Shaw (Marla Painter)
Luisa D'Oliveira (Amy Welch)

Il nostro giudizio

Channel Zero: Candle Cove è una serie tv del 2016, ideata da Nick Antosca

Possiamo dirlo: grazie Syfy! Dopo anni ad aspettare una seria alternativa ad American Horror Story nel panorama televisivo, da fine 2016 abbiamo potuto apprezzare un prodotto di grande qualità. Channel Zero non ha raccolto consensi ovunque, ma ha sicuramente convinto Syfy ad investire ancora su questo progetto rinnovandolo per altre tre stagioni. La seconda, The No-End House, debutterà tra pochi giorni: occasione irrinunciabile, questa, per recuperare Candle Cove, il primo capitolo o, sarebbe meglio dire, il primo racconto. Il concept di Channel Zero trova infatti le sue origini nel fenomeno creepypasta, genere letterario internettiano che si basa sulla condivisione peer to peer, attraverso un banale copia-incolla, di racconti dell’orrore su blog, siti o social network. L’adattamento di Candle Cove, dal racconto del web writer Kristopher Straub, narra la storia di Mike, psichiatra infantile in crisi che decide di fare ritorno alla sua città natale per fare luce sulla propria infanzia, segnata dalle sparizioni di alcuni bambini del luogo, tra cui suo fratello gemello Eddie, e da un bizzarro programma televisivo andato in onda precisamente in quello stesso periodo. Nei suoi sei episodi, il serial trasporta lo spettatore in un incubo visionario e morboso, dove il mistero che aleggia intorno a tutta la vicenda si dischiude lentamente, rivelando mano a mano una verità ancora più terribile ed inaspettata.

dentro 1

Il fulcro narrativo di Candle Love è rappresentato dall’inquietante show televisivo, in cui delle marionette in abiti pirateschi a bordo di un galeone invitano i loro piccoli spettatori, sguardo assente davanti all’apparecchio, ad inoltrarsi insieme a loro in una grotta buia. Presto ci rendiamo conto che il messaggio subliminale è molto più diabolico del previsto: non si tratta di attirarli verso il pericolo ma di un vero e proprio invito a essere protagonisti del gioco. La serie diventa quindi narrazione di un’infanzia corrotta, più che negata, mostrando come anche l’atto più crudele possa essere commesso con puerile e ludica incoscienza. È forse il mezzo televisivo il responsabile di questa corruzione? È la domanda che ci si può porre durante la visione di questa prima stagione, salvo poi rendersi conto che la realtà contro cui il dito è puntato è molto più complessa. Nella piccola provincia americana, dove chiudono le fabbriche e la povertà è sempre in aumento, i genitori lavorano quasi tutto il giorno lasciando i figli da soli a casa, senza una guida. Il mondo immaginifico di Candle Cove rappresenta l’ideale fuga dal reale e verso l’avventura.   

dentro 2

La mente che ha ideato quel programma conosce fin troppo bene il mondo dell’infanzia, così come la dovrebbe conoscere Mike (Paul Schneider), il quale però, da adulto e genitore, non ha i mezzi per comprendere la natura di questa vicenda: la sua unica arma (e anche quella della serie) è tornare indietro e recuperare i pezzi perduti e dimenticati di ciò che è veramente avvenuto. Sia chiaro da subito, Candle Cove non è una serie che si prodiga nelle spiegazioni più dettagliate: pur partendo da premesse tipiche del thriller, il suo obiettivo è mostrare ed inquietare, nello spirito del vero horror. L’importante non è sapere cosa veramente sia il “bambino-dente” o qualsiasi altro mostro che fa capolino nella storia, piuttosto è necessario che anche lo spettatore accetti, senza riserve, di addentrarsi nella grotta oscura, poiché nella soluzione della vicenda non troverà alcuna spiegazione razionale.