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Calibre

2018
Titolo Originale:
Calibre
REGIA:
Matt Palmer
CAST:
Jack Lowden (Vaughn)
Martin McCann (Marcus)
Tony Curran (Logan McClay)

Il nostro giudizio

Calibre è un film del 2018, diretto da Matt Palmer.

Vaughn (Jack Lowden) e Marcus (Martin McCann) decidono di passare un week end di caccia nelle Highlands scozzesi: è un momento di grande cambiamento per il primo, e l’occasione è quella giusta per confrontarsi con l’amico sul loro diverso atteggiamento nei confronti della vita. Una tragedia improvvisa porta però alle estreme conseguenze questa tensione, mettendo in discussione il ritorno dei due ad un’esistenza normale.Film piccolo ma prezioso nel suo funzionamento impeccabile, Calibre è un thriller che racconta di delitti, violenza e inevitabili conseguenze percorrendo strade già ampiamente note, senza sforzarsi troppo di dissimulare le proprie fonti di ispirazione. È passato quasi mezzo secolo da quando John Boorman ci ha raccontato, nel suo imprescindibile Un tranquillo weekend di paura, gli istinti ferali che talvolta si annidano nelle comunità rurali, e oltre un secolo e mezzo dai racconti neri in cui Edgar Allan Poe ha svelato la trappola mortale della colpa, eppure Matt Palmer, nel suo esordio da regista e sceneggiatore, sembra trovare ancora linfa vitale in queste opere seminali.

Un thriller che di certo non vuole rivoluzionare il genere, ma piuttosto ricavare dalla sua storia schemi, regole ed ingranaggi già collaudati per assemblare un meccanismo mai veramente nuovo ma nemmeno di pura derivazione. Quello di Palmer è un paziente lavoro da orologiaio, che con un’attenzione minuziosa incastra pezzo dopo pezzo in una struttura narrativa in cui nulla è lasciato al caso e tutto è assolutamente funzionale alla storia raccontata.Pur nella linearità di messa in scena e narrazione, Calibre trova la sua ragione nella felice intuizione di fondere elementi di diversi fortunati filoni del thriller cinematografico, intrecciando survival, dramma e violenza rurale in una storia che si insinua sotto la pelle dello spettatore e lo fa divenire partecipe della trappola in cui sono finiti i protagonisti.

Ribaltando la struttura tipica del giallo e rendendoci fin da subito partecipi del delitto attorno a cui ruota la vicenda, indizio dopo indizio Palmer non dipana una matassa ma, al contrario, costruisce un dedalo per i suoi personaggi. Come i protagonisti del film di Boorman, quelli di Calibre tentano di fuggire da un territorio selvaggio, alieno, dove le regole della società moderna sono piegate a quelle di una comunità con i propri valori e le proprie gerarchie, a differenza loro, però, non lottano nella prospettiva di una catarsi, di un fiume che inonderà quelle zone e cancellerà ogni colpa dei sopravvissuti. Come sul protagonista de Il cuore rivelatore, su di essi pende la spada di Damocle dell’inevitabilità, o meglio dell’ineluttabilità, delle conseguenze della colpa. Lento, misurato al millimetro e capace di far partecipe lo spettatore di un’angoscia di cui è difficile liberarsi, Calibre è un buon biglietto da visita per il suo autore, e tra le produzioni di genere più interessanti fino ad ora rilasciate da Netflix.