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Cabin Fever Patient Zero

2014
Titolo Originale:
Cabin Fever Patient Zero
REGIA:
Kaare Andrews
CAST:
Sean Astin (Porter)
Currie Graham (Dr. Edwards)
Ryan Donowho (Dobbs)

Il nostro giudizio

Cabin Fever Patient Zero è un film del 2014, diretto da Kaare Andrews.

Cabin Fever Patient Zero si apre con una scena memorabile, tutta al rallentatore, in cui i militari fanno irruzione nello chalet dove un uomo e suo figlio stavano trascorrendo alcuni giorni di vacanza.

Dentro sono tutti morti e nel peggiore dei modi. L’unico sopravvissuto è lui, Porter, il paziente 0. Tutta la prima parte del film è incentrata su una ingenua quanto efficace critica al sistema americano, alla paura del contagio e di conseguenza del terrorismo, di fronte alla quale si è disposti a violare qualsiasi diritto umano.

I medici sono visti come carnefici e il portatore sano come vittima dell’ingiustizia. Il finale però ribalta la situazione, e se i medici, le autorità, la paura per il diverso, avessero ragione? Elementi su cui riflettere, ma neanche più di tanto, perché Cabin Fever Patient Zero non è altro (e non vuole essere di più) che un film dell’orrore, figlio di un franchise che mira a un pubblico di adolescenti. Così arrivano i giovani, cazzari e debosciati come sempre, con i maschietti sbruffoni e le ragazzine un po’ mignotte.

Saranno puniti, tutti, soprattutto i più libertini… Come al solito, a farla da padrone, sono gli effetti speciali, gore, spudorati, esagerati, come ci si aspetta. L’infezione si trasmette sempre con l’acqua, come in Cabin Fever 2, e attraverso lo scambio di fluidi corporei, soprattutto coi geyser di sangue che gli infettati vomitano addosso alle loro vittime. Naturalmente il contagio avviene anche attraverso il sesso… e così il giovane fidanzatino si troverà la bocca impiastricciata dei liquami marci della ragazza alla quale praticava un cunnilinguo.

E via delirando, tra braccia scarnificate, organi amputati e teste esplose, fino alla scena clou: lo scontro tra due donne malate, che se le danno di santa ragione perdendo pezzi durante la lotta. Il tutto a un ritmo sparato che non perde (quasi) mai i colpi.

Cabin Fever Patient Zero abbandona quasi totalmente l’aspetto ironico del precedente capitolo e va giù duro fino al finale cattivello che lascia l’amaro in bocca.