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Blue nude

1977
Titolo Originale:
Blue note
REGIA:
Luigi Scattini
CAST:
Gerardo Amato (Rocco Spinone)
Susan McBain (Lily)
Giacomo Rossi-Stuart (Donovan)

Il nostro giudizio

Blue nude è un film del 1977, diretto da Luigi Scattini.

Sabotato ingiustamente dal fallimento della Euro International Film, Blue nude è un film che vanta una lucida ed efficace rappresentazione del microcosmo hardcore newyorchese, qualificandosi, oltre che in anticipo rispetto al più noto Hardcore (di almeno un anno e mezzo), tra i migliori esempi nel suo genere. Non per niente Luigi Scattini lo preparò minuziosamente, inoltrandosi, tramite vie preferenziali, nell’invalicabile sottobosco del porno e arrivando perfino a coinvolgere  professionisti del settore come Susan Elliot (nota sulle scene come McBain e interprete di alcuni hard di Radley Metzger) e Robert Kerman (oltre che star di numerosissimi hardcore d’Oltreoceano, attivo per alcuni anni nel cinema di genere italiano). Le ascendenze cinematografiche di Blue movie – esplicitamente dichiarate da Scattini – rimandano a Un uomo da marciapiede e a Taxi Driver: una sordida New York notturna, illuminata dalle insegne al neon dei locali per adulti; il protagonista Rocco Spinone, un immigrato “smarrito” nella Grande Mela (interpretato con convinzione da Gerardo Amato, attore più dotato del celebre fratello, ma solamente meno fortunato), il quale sogna di affermarsi nel mondo del cinema sospirando – ovviamente – davanti a un poster di De Niro. Ma le uniche proposte di lavoro gli arrivano dal basso: guida turistica, stripper, gigolò, performer di filmini porno.

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Infine il ricatto di un lurido poliziotto, che incastra Rocco con una prostituta minorenne fino a un epilogo che rimanda ulteriormente al film di Scorsese. L’avvicinamento al mondo della pornografia era allora una scoperta, una novità che Scattini contemplava con il suo occhio “selvaggio” da documentarista «Anche il regista hard Carter Stevens ha fatto un piccolo cammeo come attore nel film. Ed è grazie a lui che mi ha seguito anche nella produzione del film e a Bob Schneider, direttore di produzione, che sono riuscito ad entrare nell’ambiente del porno americano, dove nessuno era ancora entrato… Durante la fase di pre-lavorazione, quando ero alla ricerca delle locations giuste, mi hanno accompagnato sul set di questi film per farmi avvicinare piano piano a questo mondo. E i set non erano altro che squallidi appartamenti dove si giravano metri e metri di pellicola».

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Poiché Scattini non poteva prescindere dalla voce sempre più insistente sull’esistenza – anche se mai positivamente comprovata– degli snuff come una branca contigua all’hard, in fase di scrittura di Blue nude assimilò un misterioso fatto di cronaca riportato dai quotidiani dell’epoca relativo alla morte accidentale di un’attrice su un set a luci rosse. A interpretare il transfert era la compagna di Rocco, consapevole di dover subire una violenza sessuale simulata; stretta eccessivamente al collo dalle mani di un brutale performer, l’attrice muore. Ma, superato lo sgomento iniziale, due tecnici mormorano: «Io dico che Berry ci fa un sacco di soldi con questo film. Se poi si viene a sapere che ci è scappato anche il morto, figurati…»; «In Sud America fanno di meglio: lì li ammazzano apposta…».