Featured Image

Blood on Melies’ Moon

2016
Titolo Originale:
Blood on Melies’ Moon
REGIA:
Luigi Cozzi
CAST:
Sharon Alessandri
Brahim Amadouche
Federico Cerini

Il nostro giudizio

Blood on Melies’ Moon è un film del 2016, diretto da Luigi Cozzi

Adesso, se io scrivo che il nuovo film di Luigi Cozzi, pur nella torrenziale durata di due ore e rotte e pur nell’autarchia cavalloniana della realizzazione, mi è di molto piaciuto – come dicono in Toscana – e mi sembra pure un bell’esempio di dadaismo in un 2016 in cui, nonché praticarlo, nessuno conosce nemmeno più il significato del termine dadaista, se io scrivo questo a cosa mi destino? A venire fatto oggetto da parte di quei quattro sfigati che si sono autonominati maestri di pensiero sui social, dell’accusa di essere amico o venduto alla cozziana moneta? Miserie straccione e livori a parte, Blood on Melies’ Moon è davvero un’esperienza da provare: piacevole, confortevole e come mi è capitato di dire presentandolo al Cineamarcord, familiare. Nato, come storicizza Cozzi, in quegli antichi tempi in cui collaborava con la Cannon – ma quando ne propose il titolo, si sentì rispondere: «Chi sarebbe questo Melies?!»  – il prode Luigi si è portato dietro nei decenni questo progetto riuscendo a concretizzarlo soltanto ora, nell’era in cui la tecnologia consente a chiunque di fare un film senza avere alle spalle ingenti capitali. Purtroppo, verrebbe da dire nel caso di tanti altri. Per fortuna, diciamo nel caso di Cozzi.

Tutto muove da una serie di misteriosi personaggi, storici o immaginari, collegati alle origini del cinema. Soprattutto da Louis Aimé Augustin Le Prince, inventore di un processo che anticipava di alcuni anni quello dei Lumière e scomparso nel nulla a bordo di un treno. E per affastellare enigma su enigma, ecco che nella storia entra anche un fantasmatico Aureo Silvestre che nel Seicento scrisse il trattato Dove con la luce si cancella la luce. E ancora un altro pseudobiblion, questa volta in francese, dal titolo L’univers vagabond in cui vengono segnalate ipotesi inquietanti sui mondi paralleli e sulla fine dei tempi. Cozzi si è messo al centro di questa tela enigmatica – come quel “Ragno” che una volta diresse – e ci si è messo proprio fisicamente, donando se stesso al ruolo di protagonista della vicenda, che comincia con un’Apocalisse, la distruzione del nostro pianeta (forse…) da parte di una sfera fiammeggiante, e poi retrocede nel tempo fino a scoprire il Grande Disegno che prese il via due secoli fa il giorno in cui Louis Le Prince sparì senza lasciare traccia. Nel suo film Cozzi ha inserito di tutto di più, come un alchimista getta la materia nell’atanor: c’è il negozio di Profondo Rosso, c’è il Museo di Dario Argento, c’è Barbara Magnolfi che fa quella fine che non fece in Suspiria, c’è Lamberto Bava che imbocca Manlio Gomarasca con una mozzarellina, c’è Antonio Tentori con la nuca spaccata da una lancia, ci sono Lou Ferrigno e Caroline Munro nelle loro incarnazioni di Ercole e Stella Star, c’è Alain Schlockoff, il direttore dell’Ecran Fantastique che guida Luigi nei misteri dimensionali, c’è la compagna di Cozzi che deve sopportare i suoi monologhi notturni, ci sono Fabio Giovannini e Paolo Zelati, tra le decine di altre persone e di omaggi e ammiccamenti di cui Blood on Melies’ Moon è stipato.

Ne risulta un bombardamento di stimoli, tra il cruento e il fiabesco, dadaista ho detto e ho detto bene, con grandi momenti tipo un monologo allo specchio di Cozzi che, nel silenzio del conticinio, riflette se la realtà siamo noi o se non siano piuttosto le immagini che ci guardano da quell’altra parte. E un viaggio a bordo di un razzo meliesiano da Roma a Parigi – il film ha un cofinanziamento francese – che culmina nell’abbattimento della Torre Eiffel, uno dei tantissimi effetti speciali, autarchici ma suggestivi di un film che è stato confezionato poco per volta in un lungo arco di tempo – ed è assolutamente geniale il modo in cui il protagonista giustifica un suo repentino cambiamento fisico, da grassottello a filiforme, che riflette un problema avuto da Luigi e brillantemente superato nella vita reale. Blood on Melies’ Moon comincerà il suo iter nei festival di settore da maggio dopodiché è auspicabile una rapida distribuzione home-video.