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Blood Bound

2019
Titolo Originale:
Blood Bound
REGIA:
Richard LeMay
CAST:
David (Ross Wellinger)
Kerry (Eden Brolin)
Rosa Arredondo (Sarita)

Il nostro giudizio

Blood Bound è un film del 2019, diretto da Richard LeMay.

Ci deve sicuramente essere un valido motivo se, a un certo punto, il Diavolo ha deciso di dare forfait, facendo credere a tutti di non essere mai esistito. Magari, dopo aver assistito impotente all’ennesima ignobile pellicoletta che lo vede responsabile di contorsionistiche possessioni con urla, strepiti e vomitazzi d’ordinanza, il buon vecchio satanello si è ritirato sconsolato nei suoi bollenti appartamenti, senza preoccuparsi nemmeno di riscattare le dovute royalties. E se il filmaccio della discordia fosse stato proprio Blood Bound? Nulla di più probabile, tenendo conto che il tentativo di immettere nuovo carburante nel rugginoso serbatoio di un genere ormai alla deriva – ma inspiegabilmente ancora monetizzabile – messo in atto da Richard LeMay appare decisamente fallimentare. Ma, a voler essere del tutto sinceri, una gran parte della colpa è anche e soprattutto nostra, disposti ancora a dare fiducia a un regista che, nonostante un curriculum imbevuto di dramedy fino all’osso, quando si era improvvisamente deciso di virare all’universo horror-fantasy con il pasticciato Dementia 13 (2017), aveva già tentato inconsciamente di avvisarci circa la propria arte di prestigiatore, capace di creare tanto fumo estetico intorno a uno striminzito arrosto narrativo.

Ed ecco che, implacabile come la morte, la magia affabulatoria di LeMay si ripete tale e quale con Blood Bound, presentandoci un prodotto formalmente ben confezionato, laccato al limite della sopportazione, dove, ancora una volta, la voragine si apre insidiosa al di sotto di un asfalto narrativo sottile come una galletta di riso. L’ideona, partorita dallo stesso cineasta, si basa sulla presenza di una potente e influente famiglia, resa tale dalla stipulazione di un oscuro patto col Diavolo da rinnovarsi ogni 25 anni, tramite l’immancabile sacrifico di non una ma ben quattro vite umane, pena la perdita dei poteri acquisiti e una morte atroce. Stavolta tocca al giovane David (Ross Wellinger) superare il rito d’iniziazione familiare, immolando all’altare infernale la povera Kerry (Eden Brolin) e il di lei pupattolo. Ma, ca va sans dire, non passerà molto prima che vittima e carnefice cedano all’amore reciproco, una forza che rischia di scombinare seriamente i piani a lungo protratti dalla malevola setta che ha dato i natali al ragazzo. Non serve ora rimembrare le millanta e più volte in cui il grande e piccolo schermo hanno ospitato la tematica della famiglia-setta resa succube di Belzebù per puri fini utilitaristici. E ancor meno necessario appare l’impietoso confronto con le esoteriche tribolazioni gestatorie del Rosemary’s Baby polanskiano. Lungi, poi, dal voler anche solo nominare di sfuggita la possibile influenza esercitata dalla violenza cabalistica di Drag Me to Hell, poiché, accanto a Raimi, uno come LeMay sembra il cuginetto sfigato del piano di sopra.

Blood Bound è quello che è: un insipido progetto che ha più da spartire con un fantasysupereroistico che non con l’horror esoterico propriamente detto. Se, infatti, al posto degli allampanati familiari pro Satana, fosse magicamente comparso Capitan America con Iron Man e l’intera marmaglia degli Avengers al seguito, forse nessuno se ne sarebbe accorto, tanto incoerente e pomposo appare il kit di “superpoteri” occulti in dotazione ai personaggi. La presenza dell’immancabile love story, poi, aggiunge quel giusto pizzico di pepe in eccesso capace di rendere definitivamente indigesta l’ennesima ratatouille filmica confezionata pescando pezzi di ricambio un po’ d’ovunque. Non serve davvero aggiungere nulla di più, se non un piccolo importante consiglio: se siete fan sfegatati del Principe delle Tenebre, allora una mazzata in più o in meno sugli occhi (e sulle gonadi) non vi farà certamente alcun male, ma se, al contrario, siete di quelli che hanno imparato a discernere il cioccolato dall’impuro materiale che cromaticamente gli assomiglia, allora non serve indicarvi in quale water gettare questo prodotto filmico di scarto.