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Black Mirror – Stagione 3

2016
Titolo Originale:
Black Mirror
REGIA:
James Watkins, Joe Wright, Owen Harris, Dan Trachtenberg, James Hawes, Jakob Verbruggen,
CAST:
Bryce Dallas Howard
Alice Eve
Wyatt Russell

Il nostro giudizio

Black Mirror – Stagione 3 è una serie tv del 2016, ideata da Charlie Brooker

Faccio sogni, vedo cose, tipo una piattaforma pirata, chiamiamola Nettrick, che rilascia in Rete una serie, episodi in numero imprecisato, ad intervalli di tempo non regolari e con modalità di accesso ignote. Un sogno, purtroppo. Nella contingenza attuale la piattaforma è Netflix, la serie è Black Mirror – Stagione 3, il rilascio degli episodi – 6 – è avvenuto simultaneamente il 21 ottobre scorso.  Davanti allo specchio che riflette il nero, non è nero, c’è la gens britannica, un Brit Mirror quindi, un Paese che si riflette e in quanto insula felix, o insula brexit, rappresenta l’intero mondo. Senza pietà senza giustizia, con sarcasmo, e perfido umorismo. Charlie Brooker, il creatore, è un satiro, leggete cosa diceva all’alba della prima stagione: «nelle nostre storie, la tecnologia non è il villain, è il fondale, il MacGuffin che consente il verificarsi del caos umano.(…) Ogni episodio ha un cast diverso, una diversa impostazione, anche una realtà diversa. Ma sono tutti sul modo in cui viviamo oggi – e il modo in cui potremmo essere tra 10 minuti, se ci capitasse di essere maldestri». Nessun futuro distopico, Black Mirror è immanente. L’ispirazione viene da lontano, fine anni 50, The Twilight Zone, Ai Confini della Realtà, e Black Mirror è, a tutti gli effetti, ai confini della realtà. Aumentata. Considerata da differenti distorti punti di vista, guardando alla tecnologia come ad uno stargate, con 6 registi al lavoro su 6 sceneggiature di Brooker.

Il primo episodio, Nosedive (voto 5), è diretto da Joe Wright, un top player, ed interpretato da Bryce Dallas Howard: una storia colorata a pastello, di bianco e di rosa, ambientata nel paradiso terrestre dei likers, dove la scala sociale è misurata sulla social reputation, dove le opportunità di successo e benessere dipendono dal conformismo, dal rispetto del bon ton. Altro che distopia, un mondo dove raptus, turpiloquio, scatti di ira sono banditi, mica male, vero? Dai likers agli haters e ritorno, in ringkomposition: episodio 6, Hated in the Nation (voto 5) un thriller tra Hitchcock e Fincher, 90 minuti di durata rispetto ai 60 convenzionali, diretto da James Hawes (Doctor Who, Penny Dreadful). In una Londra prossima (s)ventura, una piaga cyberbiblica si abbatte su troll e leoni da tastiera, i seminatori di odio social cadono come mosche, anzi, come api, marchiati da un hashtag venefico. L’uso inconsapevole di twitter nuoce gravemente alla salute, anche se sembra un gioco, come un gioco, una demo, è Playtest (voto 3), il secondo episodio, firmato da Dan Trachtenberg (10 Cloverfield Lane). Un videogamer subisce le conseguenze reali di un software neuronale, capace di visualizzare i suoi peggiori incubi. Qui il mostro è il passato, è la colpa, mentre il futuro è vuoto e morte, come morbo di Alzheimer, come cancellazione della memoria. Ciò che non si può rimuovere invece è il segno del vizio, specie se loro – “they” – hackerano pc e rubano l’intimità: è Shut Up and Dance (voto 4), di James Watkins (Eden Lake), il primo episodio di Black Mirror – Stagione 3 girato in un presente riconoscibile, tra Walford e Feltham, con un diciottenne sfigato sotto ricatto per atti osceni in luogo privato, costretto perciò a compiere ogni sorta di nefandezza, fino ad un epilogo sorprendente sulle note dei Radiohead.

No, non è l’inferno, è l’eden hi tech in terra: il quarto episodio, San Junipero (voto 4) affronta il tema dei ricordi, delle scelte, della morte assistita, immaginando un’Arcadia virtuale dove chiunque voglia possa vivere il proprio storytelling, in eterno. Diretto da Owen Harris (Holy Flying Circus) tra Philip Dick e Duncan Jones, San Junipero è meraviglioso per la leggerezza del tocco e la suggestione delle emozioni. Basta lacrime, sotto con Man Against Fire (voto 3) di Jakob Verbruggen, action sci-fi sul solco di Cuaròn e dei Figli degli Uomini. Un commando di soldati setaccia la suburbia a caccia di sozzi mutanti (scarafaggi, li chiamano). Durante un rastrellamento, una recluta subisce uno strano incidente, il suo visore oculare fa le bizze, e allora scopre che la realtà non è quel che sembra ma è come qualcuno ha deciso di fargliela vedere. Fine della corsa. Sei episodi di generi e contenuto variabile, apparecchiati in confezione deluxe fin nei dettagli, perché obiettivo di Crooker è il suo ed il nostro personale divertimento, e a noi piace tanto ridere, e soprattutto guardare, le disgrazie altrui, specie attraverso una spycam. Quanto agli effetti di Black Mirror – Stagione 3, è notizia di questi giorni (Telegraph) che la Cina ha intenzione di implementare un social credit system, che determinerebbe punteggi per l’accesso a diritti pensati come alienabili, tipo il voto, o la libera circolazione. Black Mirror, Red Mirror.