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American Horror Story: Coven

2013
Titolo Originale:
American Horror Story: Coven
CAST:
Sarah Paulson
Taissa Farmiga
Frances Conroy

Il nostro giudizio

American Horror Story: Coven è una serie tv del 2013, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2014, ideata da Ryan Murphy e Brad Falchuk.

C’era una volta in una casa a New Orleans… la location di American Horror Story: Coven è una villa situata nella Louisiana contemporanea. Ma, come già nelle due stagioni precedenti, anche qui la narrazione è caratterizzata da salti temporali e flashback che giungono fino all’epoca dei processi alle streghe di Salem provando anche ad offrire una verità storica alternativa. E come nelle edizioni precedenti, l’intreccio si prende delle ampie libertà di variazione che non raramente conducono alla messa in scena dell’assurdo: in questo gli autori, bisogna riconoscerglielo, sono rimasti fedeli a sé stessi. Dopo i fantasmi della prima serie (Murder House) e i pazzi della seconda (Asylum) si giunge all’ “Accademia per ragazze con poteri speciali“, un collegio per giovani future streghe dove non solo i loro poteri magici vengono rafforzati ed esercitati, ma si va alla ricerca della nuova Suprema che dovrebbe portare nuove energie ad una congrega ridotta in fase di indebo-limento da forze esterne. Jessica Lange – che per ha ricevuto per la terza volta la nomination ai Golden Globe – è Fiona, la dominante suprema ancora in carica. Si sente tradita e minacciata nella sua posizione ed è ammalata di cancro. L’atteggiamento verso sua figlia Cordelia (una Sarah Paulson che ha esagerato col Botox) è caratterizzato da invidia e gelosia e il conflitto con la strega immortale voodoo Marie Laveau (un bel ritorno di Angela Bassett) è giunto al capolinea. Anche con il concilio delle Streghe guidato da Myrtle Snow (una grande Frances Conroy) Fiona è sul piede di guerra,visto che lei non perde occasione per ostacolare la sua successione, alla quale non è candidata solo sua figlia, ma anche un gruppo di nuove allieve del collegio: Madison (Emma Roberts, nipote di…) e Zoe (Taissa Farmiga, sorella minore di…) sarebbero perfette future Supreme così come Queenie (Gabourey Sidibe, nomination all’Oscar per Precious) e Nan (Jamie Brewer). E comincia così una catena di conflitti di basso livello, di intrighi e manipolazioni che ancor più delle stagioni precedenti creano atmosfere da soap-opera e non da horror, con effetti spesso divertenti, se non ridicoli.

E come se le streghe e i rituali Voodoo non bastassero, c’è ancora spazio per la retorica dell’horror rappresentata da zombi che improvvisamente escono dalle tombe nella notte di Halloween: ed ecco entrare in scena le anime morte, come quella dell’Uomo con l’Accetta (Danny Huston), che non solo è uno spirito che vaga tra passato e presente, ma è colui che cambierà il destino di Fiona/Jessica Lange. A lui si aggiungono uno schiavo (Ameer Baraka) con la testa da toro, una strega hippie (la grandiosa Lily Rabe) in grado di resuscitare i defunti e una specie di mostro Frankenstein (Evan Peters). Il tutto condito da magia nera, profezie maledette e visioni drammatiche: la zuppa di sangue è di ottima qualità e il make-up è davvero oltre il livello medio della Tv: mancano solo le streghe che volano sulla scopa. Ma torniamo alla nostra ricerca della nuova Suprema: per dimostrare di esserlo, le prescelte dovranno esibirsi nelle Sette Meraviglie: e qui gli autori di Glee, Ryan Murphy e Brad Falchuk, mettono in scena diverse analogie tra la caccia alle streghe e lo schiavismo, e di questo filone della trama è protagonista Kathy Bates (basterebbe lei da sola a salvare la serie!) nel ruolo di una strega immortale razzista attiva nella metà dell’Ottocento. E poi c’è la cantante Stevie Nicks in un singolare cammeo completo di un quasi-videoclip la cui visione potrebbe far pensare di avere sbagliato canale.

Ma tredici puntate sono molte, serve qualche altra trovata, così il conflitto tra la Suprema bianca Lange e la regina del Voodoo nera Bassett si placa in nome di una comune battaglia contro una antica setta di cacciatori di streghe, settore della trama che forse le conferisce un pizzico di originalità. Perché poi a nessuno sembra davvero interessare chi sarà la nuova Suprema:questa domanda a cui inizialmente sembrava fondamentale rispondere ha perso tutta la sua energia, e nello stanco susseguirsi di eventi alla Hokuspokus American Horror Story: Coven giunge, già a metà serie, a una noiosa situazione di stallo dalla quale non uscirà più. E allora via libera a morti che tornano in vita e a scomparsi che riappaiono dopo massimo due episodi. Cosa si salva veramente di questa stagione? Di certo la regia di Alfonso Gomez-Rejon, direttore di alcuni episodi e candidato agli Emmy per il primo (meritatamente). Il recupero del repertorio migliore di Stevie Nicks, la strega bianca dotata di una voce unica, protagonista di un’esibizione davvero magica nell’episodio a lei dedicato, Le meraviglie di Stevie Nicks, diretto proprio da Gomez-Rejon. E poi il tema della donna/strega, a cui ciascuno potrà dare il significato che preferisce: ma sia che si tratti della donna visionaria, cattiva, puttana,innamorata o vendicativa, gli uomini hanno sempre la peggio: il futuro è femmina.