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Altin in città

2017
Titolo Originale:
Altin in città
REGIA:
Fabio Del Greco
CAST:
Rimi Beqiri (Altin Rama)
Chiara Pavoni (Mara Le Monde)
Fabio Del Greco (Fabio) Giuseppe Panebianco Roberto Fazioli

Il nostro giudizio

Altin in città è un film del 2017 diretto da Fabio Del Greco

Fabio Del Greco ci racconta la storia di Altin, ragazzo albanese immigrato in Italia che cerca di sopravvivere nella Capitale lavorando come macellaio, ma con il sogno di raggiungere il successo grazie al romanzo, scritto di suo pugno, nel quale racconta la storia della sua vita e del suo sbarco in Italia. L’esistenza di Altin subirà una svolta definitiva quanto vincerà un reality-show per giovani scrittori. Da quel momento nulla sarà più come prima: la sua vita si trasformerà in un andirivieni di fasi up e fasi down che lo destineranno prima al ritorno a una vita di stenti e di povertà assoluta, poi al successo. Dei pensieri del protagonista, dei sui dissidi interiori conosciamo ben poco, Altin è solo; il suo migliore amico e coinquilino, interpretato dallo stesso regista Fabio Del Greco, più che essere un vero confidente, è uno spettatore interno che assiste inerme agli sviluppi della storia, il cui sguardo distaccato sposa il tono aspramente impudente con cui, da regista, ci racconta le vicende. Ciò che del giovane scrittore impariamo a comprendere, lo apprendiamo grazie ai suoi sogni. La pellicola infatti si evolve mediante una fluida e al contempo invasiva dimensione onirica reiterata e onnipresente, supportata da elementi surreali, spesso irrisolti.

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Il tema di Altin in città – prodotto dalla Monitore film – non deve spianare la strada alla supposizione che sia la storia dell’integrazione di un giovane immigrato e non la denuncia nei confronti di un Paese in cui i talenti non vengono riconosciuti. È una storia in cui avidità, brama di potere e successo, cinismo e arrivismo si fondono e danno vita a un Faust dei nostri tempi e a un nuovo “patto col diavolo” che appartiene al XXII secolo e che potremmo sintetizzare definendolo: show business. Il reality-show è la Mecca, la chiave di volta e il trampolino per chi vuole, senza sforzo, raggiungere il successo. Un mondo che Del Greco ci presenta con sottile ironia denotata da sfumature kitsch e dai toni parodistici. Ma il successo raggiunto senza sforzo ha un prezzo: Altin ha venduto la sua anima al diavolo e da facile preda dello showbiz televisivo presto si trasformerà in vittima di se stesso.

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Commedia, tragedia e dramma si fondono in Altin in città (il cui cast si compone di nomi cari al regista tra i quali Rimi Beqiri, Chiara Pavoni, Roberto Fazioli Giuseppe Panebianco), generando un’alternanza insistita di momenti grotteschi, immagini quasi esoteriche, ritratti onirici, personaggi e attimi evanescenti; in questo marasma lo spettatore ha gli occhi fissi sul protagonista, con cui empatizza, pur non comprendendolo fino in fondo e non lo farà fino ai titoli di coda. Le domande su Altin restano irrisolte: chi è Altin? È la vittima o il carnefice? È ciò che detestiamo, ciò che vorremmo essere o ciò che abbiamo paura di diventare?