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Alone

2017
Titolo Originale:
Seuls
REGIA:
David Moreau
CAST:
Sofia Lesaffre (Leila)
Stéphane Bak (Doji)
Jean-Stan Du Pac (Terry)

Il nostro giudizio

Alone è un film del 2017, diretto da David Moreau.

“Tutti defunti tranne i morti” titolava la grottesca black comedy del caro Pupi Avati. Ma occhieggiando anche solo di sfuggita questo Alone sarebbe forse meglio dire “tutti spariti tranne i ragazzi”. Nonostante di gentaglia vaporizzata nel nulla senza un apparente motivo il grande e piccolo schermo ne abbiano prodotta a bizzeffe – dal seminale Where Have All the People Gone (1974) alla sbrodolata pseudo religiosa di Left Behind (2014), passando attraverso  il fiacchissimo Vanishing on 7th Street (2014) e l’interessante indie Don’t Blink (2014) –, quel buon mestierante di David Moreau dimostra, con gran tecnica e ottimo polso, come si possa ancora dar vita a una fantascienza young adult di eccellente fattura senza dover per forza tirare in ballo labirinti assassini, giochi a premi con il morto e invasioni aliene fuori tempo massimo. Va detto in verità che la gran parte del merito proviene dall’eccellente base narrativa fornita dall’omonima graphic novel belga firmata da Bruno Gazzotti e Fabien Vehlmann, i quali dipingono un inquietante scenario nel quale, a seguito dell’improvvisa sparizione di gran parte del genere umano al di sopra dell’età d’esplosione di brufoli e ormoni, la scaltra Leila (Sofia Lesaffre) e il suo sgangherato gruppuscolo di compagni di (dis)avventura (Stéphane Bak, Jean-Stan Du Pac, Paul Scarfoglio e Kim Lockhart) si trovano a scorrazzare in lungo e in largo per una Francia completamente deserta, cercando di far luce su quanto accaduto e dovendo contrastare una misteriosa forza avversa che tenta di ostacolarli nel loro accidentato cammino all’insegna della pura e semplice sopravvivenza.

Raccontato in questi termini Alone parrebbe proprio la solita puzzolentissima solfa al sapore di  teen power, condito con il consueto viaggio di formazione ibridato da sci-fi  e fantasy quanto basta e, perché no, quel tanto di romance che, oggi come oggi, non guasta mai prima del compimento della maggiore età. E invece, sorpresa delle sorprese, la creatura concepita dal duo Vehlmann-Gazzotti e partorita in forma filmica da Moreau risulta non solo più che dignitosa, ma – e questo è il vero miracolo – straordinariamente coinvolgente, oltre che tecnicamente ineccepibile sotto tutti i punti di vista. Che cos’è accaduto alla popolazione adulta? Dove sono finiti i poveri genitori dei nostri disorientati e agguerritissimi pischellini? Per ora non è dato saperlo. Forse più avanti, chissà… Equilibrando intelligentemente la componente visiva per evitare la bulimia grafica del Valerian bressoniano e tenendosi ben lontana dal pedantissimo game action dei vari Hunger Games, Maze Runner e Divergent, la pellicola pesca a piene mani da quel sottile e perturbante clima di soprannaturalità comune a certi prodotti televisivi come 4400 e The Leftovers, dove la stuzzicante tematica della sparizione improvvisa di un gran numero di soggetti in circostanze fuori dall’ordinario contribuisce ad alimentare la sempre viva fiamma del mistero ai confini della realtà. E per essere il primo vagito di una giovane opera seriale in procinto di spiccare il volo, è già di per sé cosa buona e giusta.

Tenendo conto che il film, a detta dello stesso regista e del suo fedele sceneggiatore Guillame Moulin, copre a malapena la metà degli oltre 10 albi illustrati in cui si divide l’opera originale, il racconto appare straordinariamente compatto e ritmicamente incalzante, dipanando eventi e personaggi con ottima fluidità, fino a un epilogo di fortissimo impatto che grida sequel a voce spiegata. Certo, la perfezione e la compiutezza abitano ancora su un altro livello di realtà, ma per ora possiamo ritenerci più che soddisfatti così. Più che sul mostrare Alone gioca moltissimo col suggerire, centellinando quelle poche preziosissime informazioni che aleggiano pesanti all’interno di ogni inquadratura e lasciando nello stomaco dello spettatore quel sano e necessario languorino residuo che lo porterà di certo a desiderare di papparsi a quattro palmenti le prossime attese puntante di questa piccola ma già grande epopea fantascientifica. E stavolta, spiace proprio dirlo, per Katniss Everdeen,Tris Prior e compagnia bella di posto non ce n’è davvero più. Avanti solo i (veri) giovani adulti!