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Alleluia

2014
Titolo Originale:
Alleluia
REGIA:
Fabrice Du Welz
CAST:
Lola Dueñas  (Gloria)
Héléna Noguerra  (Solange)
Laurent Lucas  (Michel)

Il nostro giudizio

Alleluia è un film del 2014, diretto da Fabrice Du Welz

Bisogna proprio dire: AlleluiaFabrice Du Welz è vivo e lotta insieme a noi. E già, perché Colt 45, il suo precedente neo-polar su commissione, ci aveva proprio dato una stilettata nel cuore. Ma poi abbiamo scoperto che c’erano stati dei problemi e che la produzione l’aveva estromesso dal progetto, tanto che Du Welz aveva deciso di abbandonare il cinema.

Meno male che non l’ha fatto e si è dedicato invece alla realizzazione di Alleluia, probabilmente il film più low budget di questa edizione di Cannes, ma con un’anima fiammeggiante che brucia di passione. Partendo da un fatto di cronaca realmente accaduto, Alleluia racconta le vicissitudini di una strana coppia omicida. Lei brutta e afflitta da un lavoro ingrato (prepara i cadaveri dopo l’autopsia), lui affascinante perdigiorno che vive dell’elemosina delle ricche vegliarde che si porta a letto.

All’inizio del loro incontro è lui che guida la partita, ma poi la gelosia di lei prende il sopravvento e si compie il primo omicidio. La scena è di quelle che mettono il ghiaccio nelle vene: lei affronta la rivale durante un pompino nella stalla e le sfonda il cranio, mentre lui, col pisello ancora di fuori, rimane inebetito e comincia a piangere. I ruoli si ribaltano e i novelli Bonnie & Clyde migrano da una casa all’altra lasciandosi dietro una lunga scia di sangue. Il tutto raccontato attraverso una fotografia sporca, sgranata, inquietante (merito del direttore della fotografia di Amer, Manuel Dacosse), indotta (forse) dalla pochezza del budget e che invece diventa vigoroso linguaggio cinematografico.

Du Welz, come in Calvaire (2004) e Vinyan (2008) gode nel rappresentare il morboso, la miseria umana, lo squallore del sesso, ma la sua poetica è proprio quella di far convivere il bisogno di sensazionalismo con l’introspezione non banale dei personaggi. Alla fine si ha l’impressione di aver vissuto un incubo dal quale ci si sveglia con l’amaro in bocca, colpevoli noi stessi di provare pietà per due personaggi che la pietà non sanno neanche dove stia di casa. Meravigliosi gli interpreti, Lola Dueñas e Laurent Lucas, ingenui e spietati come pochi personaggi visti al cinema.