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Acts of Vengeance

2017
Titolo Originale:
Act of Vengeance
REGIA:
Isaac Florentine
CAST:
Antonio Banderas (Frank Valera)
Paz Vega (Sheila)
Karl Urban (Strode)

Il nostro giudizio

Acts of Vengeance è un film del 2017, diretto da Isaac Florentine

Davvero pochi attori possono vantare, all’interno della propria carriera, una rinascita artistica così eclatante e qualitativamente profonda come quella recentemente vissuta da Antonio Banderas in seguito alla felice conclusione dello storico sodalizio con la chioccia Rosita del Mulino Bianco. E così, dopo aver inanellato una serie di ottime prestazioni all’interno di prodotti di genere alquanto eterogenei – dallo sci-fi Automata all’ottimo thriller Black Butterfly, passando per il dramma di cronaca The 33 e il malickiano Knight of Cups –, il tenebroso sex symbol iberico ha tentato nuovamente il colpo grosso prendendo parte ad Acts of Vengeance, crudo action-thriller diretto con mano sicura e ottimo mestiere da Isaac Florentine – veterano del genere picchiaduro grazie ai due capitoli di Ninja e al blockbuster Assassin’s Bullet –, nel quale veste i panni di Frank Valera, ex rampante avvocato dalla lingua facile, difensore della peggiore feccia in circolazione, che, in seguito al brutale omicidio della moglie Sue (Cristina Serafini) e della figlioletta Olivia (Lillian Blankenship), decide di fare voto di silenzio e di addestrarsi duramente alle arti marziali per poter orchestrare una spietata vendetta contro i responsabili del fatto, il tutto grazie al sostegno della giovane infermiera Sheila (Paz Vega) e seguendo gli stoici insegnamenti di Marco Aurelio: “Vendicati solo di chi ha peccato”.

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Seguendo un modello narrativo già ben rodato dall’ormai classico Io vi troverò – e più recentemente riproposto dal crepuscolare La vendetta di un uomo tranquillo –, basato sulla sofferta e instancabile orchestrazione di una vendetta solitaria ad opera di un lone gun man di poche parole e senza più nulla da perdere, Acts of Vengeance mette in scena una piccola epopea a metà strada fra un neo-noir (con tanto di voce over a illustrare e commentare il narrato) dalle forti tinte polar/criminal e un western suburbano contemporaneo, modellando l’immagine del rinato Valera attraverso una commistione fra l’Alain Delon del melvilliano Frank Costello faccia d’angelo e il J.L. Trintignant di Il grande silenzio di Corbucci. La pellicola rende, inoltre, ben palese l’onnipresente e pregnante sostrato culturale legato alle pratiche di combattimento corpo a corpo e all’arma bianca di matrice orientale, una vera e propria ossessione di Florentine, che permette di trovare un ideale punto di contatto con la figura del killer/giustiziere d’onore che fu Forrest Whitaker nel Ghost Dog di Jarmush. Con l’unica differenza che qui la sceneggiatura risulta nel complesso strutturata attorno a un plot davvero troppo scontato e che nemmeno l’ottima confezione estetica riesce a rendere in qualche modo originale.

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A fiaccare ulteriormente l’intera operazione vi è una recitazione che, nel complesso, risulta evidentemente sottotono, con un Banderas inspiegabilmente ingessato e privo del consueto fascino calamitante che lo ha reso celebre. Senza poi contare la presenza di una regia che, seppur abilissima nel coreografare sequenze di lotta in cui il dolore alle articolazioni si fa sentire dentro ogni inquadratura, non riesce a tradurre fino in fondo una tematica complessa e ricca di sfumature come quella della vendetta. Nonostante le numerose imperfezioni disseminate in corso d’opera, Acts of Vengeance riesce sicuramente a salvarsi dal baratro della mediocrità e a mantenersi al livello di un discreto prodotto d’intrattenimento senza pretese, un (ennesimo) racconto di giustizia privata nel quale a fare da padrone è soprattutto il monito del padre dello Stoicismo: “la vera vendetta è essere diversi dal proprio nemico”.