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Yoko Ono

Autore:
Matteo B. Bianchi
Editore:
ADD

Il nostro giudizio

La vedova più odiata del ‘900? La giapponese che divise Paul e John? La causa di tutti mali beatlesiani? La donna che non si poteva amare? The dragon lady? E ho censurato le espressioni peggiori… Non credo che ci siano limiti nell’incredibile dizionario di definizioni astiose contro una delle persone più celebri del dopo guerra: Yoko Ono. Solo a ripeterne il nome si sente l’effetto di disgusto provocato in chi ascolta… Questo libro di Matteo B. Bianchi è un atto dovuto ma che nessuno ha mai compiuto fino ad oggi. Yoko Ono è una delle musiciste e artiste più destabilizzanti, pure e coerenti nel panorama mondiale e l’altissimo livello di opposizione che ha ricevuto e riceve è davvero sbalorditivo. Questo libro è davvero appassionante non solo perché la vita di Yoko è appassionante (e lo è in maniera incredibile: non vi rovinerò mai il piacere di scoprire le vicissitudini incredibili della sua giovinezza in Giappone, dalla ricchezza alla povertà, dei suoi due matrimoni precedenti a quello con John, le sue mostre pionieristiche nel loft frequentato dai più grandi artisti, le peripezie familiari), ma perché ci permette di aprire gli occhi su una figura che è stata sotto i riflettori più potenti del mondo e allo stesso tempo nel buio più totale. Esiste una celebrità la cui opera è così ignorata? Credo proprio di no. Yoko Ono è la donna famosa più sconosciuta al mondo. E allora è evidente che questo libro è necessario. Grazie a Matteo B. Bianchi e alla ADD per averlo scritto e pubblicato. E lo sarebbe anche solamente per il liberatorio e davvero utile processo di liberazione dai pregiudizi o semplicemente dall’ignoranza che incessantemente ci attaccano, ci divorano.

Possiamo dire che alla base dell’odio contro Yoko Ono c’è razzismo e misogninia? È innegabile. Ma non c’è solo questo, a mio parere. C’è anche un pregiudizio contro l’arte contemporanea e, in particolare, dell’arte performativa non rassicurante prodotta da una donna. E poi, fondamentale, il pregiudizio e il rifiuto della musica sperimentale, soprattutto se prodotta all’interno delle modalità del rock, come Yoko ha fatto fin dal primo disco con John, registrato la prima notte che dormirono insieme. Avete letto bene, Two virgins (che titolo estremo, nella sua semplicità) venne registrato la prima notte che John e Yoko fecero l’amore: avete in mente qualcuno che abbia fatto una cosa del genere? Ed è solo una degli incredibili, spiazzanti atti della vita/arte di questa donna/enigma che questo libro, né un saggio né un romanzo, racconta con stile semplice e diretto e piacevolmente autobiografico. Perché non si può accettare la provocazione come qualcosa di cui abbiamo bisogno? Attraverso la quale ci purifichiamo? Le urla di Yoko sono straordinarie perché sono un potentissimo e ancora oggi indigeribile atto sovversivo di cui necessitiamo ancora. Quando non suscita più ostilità, l’arte contemporanea è arte assimilata. Forse è il destino di qualunque arte, è solo questione di tempo. Ma ciò che resiste nel tempo è ancora vivo e utile per noi.

E di tempo ne ha aspettato molto, Yoko. La pazienza e la coerenza, caratteristiche assolutamente nipponiche, l’hanno sostenuta fino alla sua consacrazione recente da parte del mondo dell’arte e del mondo della musica. Thurston Moore e Kim Gordon dei Sonic Youth, ad esempio, sono fan di Yoko e nel 2015 hanno collaborato con lei per l’album YOKOKIMTHURSTON. Quanto trasversale sia la considerazione del mondo musicale internazionale per questa artista è evidente guardando la tracklist e gli artisti coinvolti nei quattro album di remix/cover che le sono stati dedicati: Rising Mixes (1996) con, tra gli altri, il lavoro di Tricky e Cibo Matto, Yes, I’m a Witch (2007) e Yes, I’m a Witch Too (2016) con, per dirne alcuni, Porcupine Tree, Cat Power, The Flaming Lips, Antony, Sparks e Moby e Open Your Box (2007) antologia di riletture dance di Basement Jaxx, Felix da Housecat, Pet Shop Boys e Danny Tenaglia.

Comprare un disco di Yoko Ono o dichiarare la propria passione per lei è ancora un atto forte. Sono innumerevoli i fan dei Beatles che usano per lei parole che nella vita reale non pronuncerebbero mai per una donna. L’enorme lutto per lo scioglimento del gruppo più importante della musica pop decuplicato poi a causa dell’assassinio di John Lennon avevano bisogno di un capro espiatorio, di qualcuno da incolpare, di un accumulatore di negatività, di un nemico, un colpevole. Ma piano, molto piano, una piccola crepa si sta allargando e finalmente oggi si può, liberi dai pregiudizi, fare esperienza dell’opera unica di questa incredibile ottantacinquenne. Matteo B. Bianchi è scrittore e autore televisivo. Ha pubblicato i romanzi Generations of love (1999), Fermati tanto così (2002) ed Esperimenti di felicità provvisoria (2006) per Baldini & Castoldi e Apocalisse a domicilio (2010) per Marsilio. È fra gli autori di X Factor e E poi c’è Cattelan su Sky Uno. Dirige da oltre vent’anni la rivista di narrativa ‘tina. Con Fandango ha pubblicato Generations of love – Extensions  (2016) e il nuovo romanzo Maria accanto (2017), del quale ha già venduto i diritti per la versione cinematografica.